Paolo Frattura
ROMA – Primo accordo di programma quadro approvato dal Ministero dello sviluppo economico. La ricostruzione post sisma riparte con la certezza delle risorse assegnate al Molise con la delibera Cipe n.62/2011. A Roma, presso il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, oggi la stipula del contratto tra Regione e autorità centrali. Il Ministero dello sviluppo economico ha firmato l’Apq per il completamento del percorso di ricostruzione degli edifici di culto e degli immobili annessi.

Il valore complessivo dell’accordo è di 15,19 milioni di euro, la copertura finanziaria è assicurata interamente dalle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013. In cantiere, 30 interventi di recupero e ripristino infrastrutturale, di messa in sicurezza e consolidamento degli immobili di culto. L’accordo siglato sancisce, inoltre, il riconoscimento per il Molise del finanziamento delle azioni di assistenza tecnica volte a migliorare e accelerare il completamento della ricostruzione, azioni non previste dalla delibera Cipe, ma fondamentali e preziose per i Comuni.

Con la firma del primo accordo di programma quadro, oggi cambiamo corso alla nostra ricostruzione, seguendo quello indicato dalla legge, l’unico possibile”, il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, esprime soddisfazione per la stipula del contratto con il Ministero dello sviluppo economico. “La nostra ricostruzione post sisma – evidenzia il governatore –, si muove adesso lungo tappe sicure e garantite.

I lavori di recupero di tutti gli edifici di culto hanno, soltanto ora, l’assoluta certezza della copertura finanziaria che il Ministero ci assicura. Diamo forza e ragione – sottolinea Frattura –, al nostro modo di governare che passa per la condivisione, la convergenza e un nuovo modo di gestire le risorse. Ci avviciniamo alle questioni ancora irrisolte del cratere sismico con un’attenzione diversa. Sappiamo che cosa facciamo, pianifichiamo la spesa e soprattutto da oggi – rimarca il presidente –, non creiamo illusioni in nessuno. Né nei nostri cittadini né nelle nostre imprese”.

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