LARINO _ La vicenda travagliata dell’azienda larinese racchiude in sé tutte quegli elementi negativi intrinsechi non solo di una classe politica, quella molisana, assolutamente incapace di governare e programmare i processi produttivi e la crescita di un intero territorio, ma anche la latitanza di una classe dirigente sindacale che da troppi anni ha smarrito l’essenza della sua missione, e cioè la tutela dei lavoratori, sotto il profilo della capacità di incidere sulle scelte aziendali attraverso tavoli di confronto e conseguentemente sulle scelte politiche, prediligendo ormai solo l’attività di “assistenza” e agenzia di servizi al cittadino, perché remunerativi. Ma andiamo con ordine. Dicevamo di una classe politica, quella per intenderci dell’ultima generazione, incapace di assolvere un ruolo di indirizzo programmatorio e mirato alla efficienza ed efficacia delle scelte a medio e lungo termine, aventi un unico filo conduttore: quello della salvaguardia e della crescita omogenea del proprio territorio.
E, nel nostro caso, la Fruttagel, un’azienda sana, in crescita economica da anni e soprattutto compatibile con il nostro territorio e la nostra terra generosa. Un’azienda che ha previsto una espansione produttiva nei prossimi anni in Molise, grazie all’Accordo di Programma nazionale che – con l’arrivo di cospicui finanziamenti – avrà come conseguenza una maggiore occupazione ed un incremento produttivo agricolo dei terreni delle Piane di Larino. Tutto questo nel momento in cui imperversa una crisi senza precedenti che ha già provocato la chiusura di molte piccole e medie imprese e che è solo all’inizio della sua opera distruttiva, come ogni settimana ci ricorda la Banca d’Italia e non Berlusconi, dandoci contezza dei numeri negativi della crisi. In tale scenario la Regione, ovvero i politicanti che ne reggono le sorti da oltre 10 anni, si permettono il lusso di tenere nei cassetti assessorili per un anno e mezzo la delibera di passaggio di proprietà a titolo oneroso dell’opificio, necessaria per il citato finanziamento.

Né tantomeno in questo lasso di tempo l’amministrazione comunale ed il suo assessore alle attività

produttive Quici si siano interessati alla vicenda per superare l’impasse e gli ostacoli che nel frattempo si erano frapposti di ordine giuridico ed economico. L’unico interesse per questa azienda in questi anni di attività da parte dei politici locali è stato quello riconducibile esclusivamente ad “segnalare” assunzioni e crearsi un bacino elettorale. I nomi sono ben noti come è ben nota la pratica ricattatoria della raccomandazione. Ma il dato più sconvolgente è che siamo arrivati all’assurdità che quasi quasi è la Fruttagel che, irrigidendo la sua posizione nella richiesta di pagamento rateale dell’acquisto dei terreni, voglia creare i presupposti per chiudere lo stabilimento di Larino!

E’ la voce che sottovoce serpeggia insistentemente nel paese alimentata ad arte dalla maggioranza che vede sfumare la possibilità di introitare una consistente somma di cui ha estremo bisogno. La regione, con il suo assessore saltibanco Cavaliere, si è tirata fuori dopo aver raggiunto l’accordo per il pagamento in contanti di 2,5 milioni di euro per l’acquisto dell’opificio, lasciando solo il Comune di Larino a risolvere il nuovo contenzioso. In tutto questo paga ancora una volta il territorio. Rischiano di pagare amaramente i 130 lavoratori. Rischiano i produttori agricoli della zona. A noi interessa solo questo aspetto e denunciamo tutta l’incapacità della politica ai vari livelli istituzionali, condannando ancora una volta quei politici ricattatori che oggi preferiscono il silenzio. Fruttagel anni fa ha già chiuso uno stabilimento per scelte aziendali al nord e non avrebbe scrupoli a chiuderne un altro al sud.

In quell’occasione gli operai non persero il lavoro perché l’azienda fu riconvertita grazie all’appoggio delle istituzioni locali, alle capacità di un sindacato intelligente ed alla volontà delle maestranze. Qui non ne saremmo capaci. Auspichiamo perciò nelle prossime ore e nei prossimi giorni una ricomposizione del contenzioso che è possibile e non insormontabile, dove sia l’azienda che i rappresentanti comunali discutano con ragionevolezza sul prosieguo dell’attività industriale di Fruttagel a Larino. Ci sono ampi margini di accordo e di impegni reciproci per il futuro che nessuno delle parti può disattendere.

                                                                                                                        Larino Viva

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