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TERMOLI – Raggiunge i reparti del San Timoteo di Termoli, li gira uno ad uno durante l’orario delle visite e, con un’agenda in mano, chiede chi sono i pazienti in uscita per poi presentarsi con l’ambulanza della sua associazione privata per il trasporto a casa. Una volta in abitazione, a sorpresa, mette in mano ai vecchietti, non sempre in buona salute, la “parcella”. Molti pensionati, ammalati, si sono ritrovati con la richiesta di pagamento senza sapere cosa fare o cosa dire. A nulla sono valse le loro spiegazioni.

Pensavano che fosse un autista ospedaliero non privato” hanno dichiarato diversi pazienti. E così a diversi anziani non è rimasto altro che pagare ed anche in fretta senza poter dire nulla. Ma negli ultimi giorni, i familiari di un degente, ritrovatisi con il comodino pieno di volantini pubblicitari, proibiti in ospedale, hanno detto “basta”. Con i foglietti in pugno hanno alzato il tono della polemica nei confronti di tale situazione, ormai al centro di una serie di proteste corali da parte delle altre 4 associazioni di volontariato presenti tutte con ambulanze davanti il nosocomio di Contrada Mucchietti.

La tensione, già “palpabile” tra le varie “compagnie”, è ora giunta alle stelle viste le incursioni quotidiane del privato nelle divisioni per prendere i nominativi dei ricoverati in fase di dimissioni senza informare preventivamente che si tratta di un trasporto a spese loro.

La storiaccia è finita all’attenzione del direttore sanitario dell’ospedale Filippo Vitale, sollecitato con veemenza a prendere dei provvedimenti definitivi e, soprattutto, a regolamentare meglio la presenza delle diverse associazioni. A peggiorare ulteriormente la situazione, il doppio ruolo svolto dall’operatore “incriminato”. L’uomo, oltre ad essere titolare di una sua associazione, ha anche ottenuto un contratto temporaneo come autista ospedaliero per cui la confusione tra i vecchietti è ancora maggiore quando gira tra le divisioni.

I più pensano di trovarsi davanti ad un dipendente dell’Asrem e non si aspettano, invece, la richiesta di pagamento che viene puntualmente presentata a fine del viaggio. Se poi bisogna anche trasferire il paziente da un piano all’altro, la tariffa “lievita” ulteriormente in base anche al numero di livelli da attraversare.

Insomma il “business” è “servito” per l’operatore accusato, dalle altre 4 “compegnie” non solo di non rispettare le disposizioni esistenti ma anche di creare ad arte la confusione nei vecchietti. “Noi non possiamo più tollerare una situazione del genere – hanno dichiarato le altre associazioni che, al contrario, le regole le rispettano -. E’ necessario che vengano stabilite nuove regole e che queste vengano rese efficaci. Così non si può più andare avanti. La tensione è alle stelle e qualche giorno fa sono volate anche parole grosse”.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa

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