La fine di una lotta impari
CostaTrabucchiMetereTERMOLI – Erano mesi che un branco di delfini si aggirava per le nostre spiagge. Era guidato da un grosso mammifero con una macchia rossa sulla testa. Bazzicava spesso in prossimità dei due trabucchi che abbellivano il lato ovest del profilo del Borgo Vecchio. Avevano già demolito il primo che era stato mortificato perdendo i due bracci con la rete da pesca. Ma non erano contenti! Bisognava terminare il lavoro…E alla fine, una grossa mareggiata li aveva portati a demolire anche gli altri due rimasti.

Ora sulla riva giacciono, come pachidermi spiaggiati,  i resti di quelli che furono il vanto del Paese Vecchio di Termoli: uno dei Borghi più belli d’Italia, per i termolesi ‘U CCHJU’ BBELLE DU’ MUNNE!


Il nostro Trabucco – quello che era denominato “I trè casutte”, progettato dall’architetto termolese  Nicola Tamburrini, riportato in tutte le foto e le cartoline col  profilo ovest del nostro paese – è stato demolito:  resta un corpo senza testa…senz’anima.  Mortificato dagli eventi che l’hanno colpito, nella parte più nobile della sua storia: una “macchina da pesca” costruita per il sostentamento dei nostri marinai. Vanto e gloria di tutti i termolesi e degli operatori del mare.

E’ un’angoscia senza fine! Mi piange il cuore…la testa mi scoppia… nel vedere lo scempio causato dall’incuria e dall’arroganza di “questi”…mammiferi!

TrabucchiTalefineL’amministrazione comunale si duole perché al prossimo Expo non potrà più rappresentare il nostro paese con i trabucchi (sic!). Si dovrà accontentare dei delfini che hanno già fatto bella mostra ultimamente a Lugano; vorrà dire che alla prossima manifestazione ci porterà tanti piccoli…delfini imbalsamati!

E ancora una volta i nostri cugini abruzzesi ci hanno dato una lezione comportamentale su come si gestisce il turismo balneare: mentre Termoli li lascia “morire in silenzio” – come scrive la giornalista Antonella Salvatore in un articolo apparso su queste pagine  nel novembre scorso –  “loro” varano la  “Costa dei Trabucchi”.

Infatti, il Consiglio regionale d’Abruzzo, all’unanimità, ha approvato il Parco naturale regionale per salvare i suoi trabucchi dalla rovina e dall’incuria.  Noi, invece, abbiamo perso anche la possibilità di salvarli con delle sovvenzioni regionali! Non ci sono più parole!  ‘I chjacchjere c’i pòrte ‘u vinte! Si deve passare ai fatti! L’amministrazione comunale si prenda l’impegno morale, di ricostruire i trabucchi mettendoli come primo argomento all’ordine del giorno! Altrimenti?

Altrimenti sciopero di tutte le maestranze legate alla pesca e di tutti i termolesi che hanno “veramente a cuore” la bellezza del proprio paese; e non solo “a chiacchiere” ma al grido di: RIVOGLIAMO I NOSTRI TRABUCCHI!
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.