La primavera è sicuramente uno dei periodi migliori per visitarli in quanto molte delle piante presenti sul territorio si presentano in fioritura. La mattinata è stata molto fortunata per i visitatori, in quanto è stata allietata da diverse e gradite visite; infatti, mentre i ragazzi camminavano lungo il percorso segnato dai pannelli informativi una coppia di lepri correva a qualche decina di metri da loro; allo stesso tempo un grosso nibbio planava, con l’eleganza che lo contraddistingue, sulle loro teste.
Facile immaginare lo stupore e la felicità dei giovani visitatori. L’associazione ambientalista basso molisana ha inserito tra le sue uscite l’area dei Calanchi di Montenero in quanto essa è di notevole valore scientifico e ambientale ed è un sito di importanza comunitaria (SIC). Al suo interno risiedono diverse specie tutelate sia faunistiche che floristiche ma al contempo l’area si presenta come un prezioso serbatoio di notizie geologiche. Completamente immerso nei calanchi un blocco di arenaria mostra sulle sue pareti dei resti di conchiglie fossili, queste conchiglie, secondo gli studiosi, si sono deposte sul fondo di un antico mare tra i 5 ed i 10 milioni di anni fa (durante un epoca definita Miocene). In quel periodo l’area era completamente sommersa da un mare profondo tra i 50 ed i 200 metri. I successivi movimenti tettonici che hanno interessato l’area ne hanno determinato l’emersione; oggi si trova a circa 200 metri sull’attuale livello del mare. Le dettagliate notizie scientifiche arrivano dalle analisi condotte sui resti fossili dall’Università degli Studi di Napoli, dipartimento di Paleontologia.
Il Presidente Luigi Lucchese