
Un ampio spettro di problemi, tra cui quello di restringere le maglie per la concessione dei benefici e dei contributi a sostegno dei fermi obbligatori (bellici e biologico), che ha innescato un virtuoso modello di concertazione che dovrà sfociare, facendo leva sulla disponibilità di massima dichiarata dall’assessore Marinelli e dal governo regionale, in una serie di azioni e di iniziative finalizzate al supporto della filiera del prodotto pescato a bordo dei motopescherecci ancorati alla banchina del porto di Termoli.
Una battaglia della tracciabilità e della qualità, capace di assecondare famiglie e ristoratori che, sovente, debbono accontentarsi di un approvvigionamento minore del 10% rispetto a quanto la pescosità del tratto di mare battuto al largo potrebbe permettere. Tra le misure che dovrebbero essere assunte, inserite in un apposito capitolo di bilancio della Regione, l’erogazione di indennità per la vendita al minuto durante i periodi di sospensione della pesca. Circa 150.000 euro che servirebbero a garantire un reddito minimo e certo per il mese di stop forzoso all’attività ittica e dall’altro un incentivo a calmierare i prezzi del pescato a vantaggio dei consumatori e della somministrazione.