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CampopianoTERMOLI _ La crisi economica globale ha rimesso in discussione questioni che sembravano definitivamente acquisite a cominciare dall’euro; ha aumentato il divario tra economie con tassi di crescita differenziati; ha dimostrato la fragilità delle istituzioni nazionali e sovranazionali.

In Italia la crisi non sta risparmiando nessuno: dalle fibrillazioni interne ai partiti ed alle coalizioni che hanno fatto emergere un quadro di una classe dirigente spesso inadeguata e culturalmente incapace, alle divisioni del movimento sindacale (specie dopo la vicenda Pomigliano); allo scontro tra Stato e Regioni sulla distribuzione delle risorse finanziarie; alle difficoltà della Chiesa Cattolica colpita da indagini su presunti crimini patrimoniali e sessuali che incrinano, non poco, la sua forza morale.

Questo quadro di complessiva incertezza da il senso di un Paese percorso da tentazioni e da paure che rischiano di minare la sua coesione sociale e che conduce irrimediabilmente ad una regressione non solo politica, ma ideale e morale. In assenza di una classe dirigente forte,matura e consapevole, la quale sola potrebbe assicurare un disegno compiuto di rinnovamento si sono andate affermando e consolidando forme di leaderismo senza regolazione e contrappesi, con corrispondente svuotamento delle funzioni degli organi elettivi di indirizzo, di garanzia e di controllo. La riforma della Politica è diventata ineludibile e non più rinviabile. Non si tratta ,sia chiaro, di nostalgia del passato, ma di costruire un presente all’altezza delle sfide in atto e quindi un gruppo dirigente libero dalle scorie di un modello culturale ormai superato.

E qui vengo alla mia terra prigioniera ancora di quel modello, Una terra mortificata dai troppi silenzi, dalle eccessive “disponibilità” ad un solidarismo solo di facciata; dalle violenze reiterate ad un territorio che non le merita; dalle troppe omertà di istituzioni spesso colpevolmente compiacenti. Sono mesi che il Molise occupa le prime pagine dei più quotati quotidiani nazionali, portato purtroppo sempre a modello negativo: dalla ricostruzione post terremoto, ai rifiuti, dall’eolico al nucleare, dall ‘apparato pubblico sovrabbondante, agli sprechi nella sanità, dalle clientele al familismo.

Di fronte a tutto questo Lei sig. Presidente non può più tacere, perchè un leader non si nasconde dietro imbarazzanti silenzi. Ed io Le chiedo insieme a tanti molisani di dire apertamente cosa pensa di quel traffico di rifiuti provenienti da zone sensibili che quotidianamente attraversa in lungo ed in largo la Regione. Di comunicare quale è il modello di sviluppo che ha pensato in previsione della sua terza consecutiva candidatura a Presidente. Di esplicitare il suo pensiero sui programmi in materia di produzione di energia in questo piccolo lembo di terra ridotto a fondo servente di interessi economici estranei a quelli collettivi. E ci dica perchè mai la Regione non blocca con suo provvedimento i progettati (e parzialmente già avviati) insediamenti di torri eoliche nelle due aree archeologiche di Altilia e di Pietrabbondante tra le più belle e meglio conservate d’Italia. Non posso credere che non ritenga mortificante per Lei, per la Istituzione che Ella rappresenta e per il Molise intero che debba essere l’on. Sgarbi a venirci a dire che quello scempio ambientale e paesaggistico “non s’ha da fare “?

Egregio Presidente su questi temi il Suo silenzio è colpevole. L’acqua in bocca non solo non le fa onore, ma appartiene a culture, realtà e latitudini diverse dal Molise. Io queste cose le dico con la franchezza di sempre, perchè converrà con me che questa Regione appartiene pur sempre ai molisani e non a chi di volta in volta la amministra.

avv.Oreste Campopiano
Segr.reg.N.PSI MOLISE