Elio Germano
TERMOLI _ Diventare il miglior attore europeo è un titolo che può solo inorgoglire. Se poi si deve dividere la qualifica con un mostro sacro come Javier Bardem e il palcoscenico è quello, prestigiosissimo, di Cannes, beh certamente la soddisfazione non può che essere massima. Se poi l’attore in questione è originario di Duronia, anche se romano di nascita, è chiaro che l’orgoglio si trasferisce anche ai suoi cittadini corregionali.

Stiamo parlando, per chi non lo avesse ancora capito, di Elio Germano, attore da tempo sulla cresta dell’onda nel nostro paese e le cui capacità, insieme ad un sacrosanto e benedetto impegno politico sociale, lo hanno reso protagonista anche in Europa.
Ovviamente pochi sono stati network locali che hanno rilanciato e sostenuto la sua vittoria a Cannes, forse anche per le frecciate lanciate in direzione del governo in carica. Visto, però, che sulla carta siamo ancora una democrazia, ben vengano gli strali degli attori (e qui si parla di attori veri, non di tronisti, veline o robaccia simile) che rivendicano una propria identità, sociale, politica e culturale. Per uno strano scherzo del caso, poi, stasera e domani, in due diverse arene all’aperto, si proietteranno due diversi film con protagonista Germano.

A Termoli, questa sera, con inizio alle 21,30, presso il cortile della scuola Principe di Piemonte / Oddo Bernacchia, verrà fatto vedere, dal cineclub Kimera nell’ambito della sua rassegna “Cinemare 2010”, il film “Mio Fratello è Figlio Unico” che ha lanciato sia Germano sia l’andriese Riccardo Scamarcio.

Domani invece, il cinema all’aperto ASTRO, di proprietà del cinema ODDO, a Campomarino proietterà “La nostra Vita” il film della consacrazione a Cannes.
C’è quindi la possibilità, per chi vuole sostenere il cinema italiano, di poter vedere due evoluzioni di Elio Germano ed anche del suo regista di fiducia (visto che con lui sembra ottenere i migliori risultati) il “morettiano” Daniele Lucchetti.

Ispirato nel titolo da una canzone del menestrello cult Rino Gaetano, nonchè al libro di Antonio Pennacchi “Il FascioComunista”, “Mio Fratello è Figlio Unico”, narra la storia di un tempestoso amore fraterno che lega Accio (Germano) e Manrico Benassi (Scamarcio) tra l’inizio degli anni ’60 e la metà dei ’70. L’ambientazione è quella di una famiglia operaia di Latina. Accio diventa fascista per contrapporsi a Manrico, Comunista che seduce le donne bello e maledetto. La vita dei due fratelli prosegue su binari, necessariamente, paralleli e che ha procurato a Germano anche un David di Donatello, per la qualità della sua interpretazione. Il Morandini lo gratifica con 3,5 stelle su 5, il Kimera lo propone con sufficiente orgoglio;).

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