Il laboratorio analisi del Vietri di Larino tornerà ad effettuare i test del virus A
TERMOLI _ L’Ospedale San Timoteo? E’ una “trincea”. Serpeggia malcontento tra le corsie dei numerosi reparti del presidio termolese ascoltando gli operatori in servizio. Medici ed infermieri, sempre pochi ed insufficenti, sono in prima linea ogni giorno nel fronteggiare l’emergenza “combattendo” problemi, disservizi e malfunzionamenti di macchinari per mantenere elevati i target assistenziali dell’ospedale e, nel contempo, svolgere nel migliore dei modi il lavoro, sempre tanto, anzi troppo. Gli utenti, dal canto loro, sono chiamati ad “armarsi” di pazienza per le attese nei corridoi delle divisioni d’emergenza visto che il personale è sempre di meno, gli infermieri non sanno dove sbattere la testa prima ed i medici dicono: “è dura.
Arrivano urgenze in continuazione e tra traumi e pazienti che attendono davanti le porte, i turni non finiscono mai”. In questa situazione, non può passare più inosservata nemmeno l’assenza di ben 3 primari nel San Timoteo. Manca, infatti, da circa 5 anni il primario nella divisione di Ostetricia e Ginecologia. All’indomani del coinvolgimento di Patrizia De Palma nell’operazione “Black Hole”, la divisione non ha ancora un dirigente medico a tempo pieno nonostante le richieste ci siano e le aspettative di vari medici locali e non sarebbero tante. Per un breve periodo il reparto è stato seguito dal medico Piattelli arrivato da Manfredonia, oggi, però, in pensione. Senza primario anche l’urologia dallo scorso anno per il pensionamento di Di Monaco. Anche il reparto di dialisi è senza un responsabile. Ma i “cahiers de deleances” non finiscono qui.
Secondo testimonianze raccolte tra i reparti, le divisioni sono quasi completamente portate avanti da precari su cui, dicono i medici assunti in via definitiva: “non si può investire più di tanto visto che oggi ci sono e domani no eppure in quasi tutti i reparti l’organico medico e paramedico ha il contratto in scadenza”. Sul fronte degli utenti, la situazione è complessa. I malati del Basso Molise e delle zone del cratere sono trasferiti dal 118 Molise nel 90 per cento dei casi sempre al San Timoteo. Si tratta spesso di anziani con problematiche difficili da seguire con terapie casalinghe per cui necessitano di ricovero ospedaliero.
L’aumento degli utenti con il taglio dei letti sta creando difficoltà nella gestione dei malati stessi, spesso rimandanti a casa per l’impossibilità di trovare anche una branda in ospedale tra rischi non da poco per gli stessi sanitari che si assumono responsabilità importanti nel “rispedire” i pazienti in abitazione. Ieri l’ospedale era completamente pieno. “Se arriva un’urgenza potrà solo essere trasferita altrove”. A peggiorare la situazione non c’è un ricambio di attrezzature sanitarie come la Tac che funziona a “singhiozzo”. Nel contempo il reparto di Lungodegenza del Vietri non riesce a migliorare la situazione “asfissiante” del San Timoteo per il basso “turn-over” di ricoveri ed i pochi posti letto.
“Attendere” è la parola d’ordine nel momento in cui si entra in ospedale o bisogna sottoporsi ad un esame diagnostico. Mesi, tra i 3 ed i 4, per gli accertamenti da effettuare o per prestazioni specialistiche, ore se ci si reca al pronto soccorso per qualche problema che non sia un trauma grave o urgenza. E ad irritare ulteriormente il personale in servizio nella divisione d’emergenza, anche la lentezza del programma informatico del “triage” che, secondo testimonianze raccolte, ingolferebbe ulteriormente il lavoro del personale dilatando ulteriormente le prestazioni.
“E’ un programma complesso _ hanno dichiarato alcuni infermieri _ che non solo non aiuta ma finisce per rallentare ancora. Noi facciamo del nostro meglio ma la gente è sempre tanta, purtroppo l’attesa c’è”. Ma tra i corridoi ospedalieri spunta anche una buona notizia. Entro qualche giorno il laboratorio analisi del Vietri di Larino torna ad effettuare i test per il virus H1N1 interrotto lo scorso anno dopo il calo dei casi. La conferma arriva dagli operatori in servizio nel reparto ospedaliero. “Entro qualche giorno saremo nuovamente operativi _ ha dichiarato uno dei tecnici del laboratorio _. Il recente caso accertato dall’ospedale di Chieti del giovane ricoverato al San Timoteo ha convinto l’Asrem a ripristinare il tipo di accertamento nel nostro ospedale”.
Ed infatti è stato uno pneumologo del presidio sanitario di Chieti a raggiungere il giovane termolese ricoverato a Termoli con una grave influenza a diagnosticare il virus A. Lo specialista è stato chiamato privatamente dai familiari del ragazzo mentre era al San Timoteo perchè molto preoccupati. Il pneumologo ha richiesto il test nell’ospedale abruzzese accertando in tal modo l’influenza e sottoponendo ad una cura ad hoc che lo ha portato in qualche giorno a riprendersi completamente.