cellulariTERMOLI – Cosa attrae veramente l’umanità? Il sesso, ormai indisgiungibile dalla pornografia? Il cibo che, malgrado i due terzi dell’occidente sia a dieta, imperversa ovunque, dai libri al cinema? La morte, questo mistero  scaduto, ormai degradato a gadget di teschi di plastica con brillantini sintetici? Un Dio ormai sempre più fragile e ipotetico? No, la risposta purtroppo è semplice; L’umanità è ipnotizzata dal proprio ombelico e il “selfie” è l’atto supremo e irrinunciabile di consacrazione di questo inestinguibile interesse.

“Nessuno più ritrae quello che vede, ma mostra se stesso… lo schermo del proprio cellulare si fa specchio, e non finestra sul mondo. Chi avrebbe potuto prevederlo quando una coppia di turisti ci chiedeva a gesti di scattare una fotografia? O quando l’autoscatto sorprendeva il fotografo dilettante non ancora in posa? Invece è successo e continua a succedere con un ritmo crescente che rivela un’inquietante visione del mondo, in cui qualsiasi sfondo, da un capolavoro a una jungla, è relegato in un secondo piano rispetto al volto soddisfatto di sè di chi aziona lo smartphone.” 
 
Il selfie è frutto di un narcicismo gigantesco che ha incontrato la tecnologia per espandersi all’infinito”.Le agevolazioni tecniche degli apparecchi telefonici, unite alle ridotte dimensioni dello schermo, contribuiscono a creare l’illusione di risultato eccellente.Non sapere aumenta in modo vertiginoso l’illusione di essere creativi. Ma genera un’idea di se stessi che è assai più alta di quanto sia veramente concesso dalla realtà delle cose. 

Se un certo Zola poteva sostenere:“Secondo me, non potete dire di avere visto veramente qualcosa se non l’avete fotografato”…noi affermiamo che la fotografia non è solo memoria e ricordo. È consapevolezza ed è capacità di guardare e di guardarsi. Ognuno deve sapere quale fotografia si porterebbe su un’isola deserta e soprattutto perchè?

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