
Erri De Luca rivendica qui ancora e con forza il diritto a sabotare: “Sabotare è un atto di protesta e di ribellione come lo scioperare in una fabbrica per impedire la produzione, come quando gli operai tessili francesi con i loro zoccoli (i sabot appunto) bloccavano i macchinari che decimavano l’occupazione, oppure fare ostruzionismo con le parole per opporsi a un disegno di legge! ” Gli applausi in sala scrosciano generosamente all’indirizzo dell’autore. In Italia, purtroppo, non viene mai detta la verità e valgono sempre le ragioni del profitto e dello sperpero di denaro pubblico. Quanti, infatti, sanno dell’inutilità della TAV come opera -destinata a rimanere incompiuta come altre decine di grandi opere nel nostro Paese- e dei rischi alla salute che si corrono a perforare montagne cariche di amianto. Qui lo scrittore punta il dito contro i politici e contro i giornalisti, definiti, senza giri di parole, dei dipendenti costretti a seguire le direttive padronali e a nascondere la verità.
La conoscenza della sua personale vicenda la deve fortunatamente alla grande diffusione del suo libro in Francia, in Spagna e in altri Paesi Europei che hanno costretto così l’informazione italiana a dover affrontare, non senza imbarazzo, il suo caso. Non stupisce apprendere che, in quanto a libertà d’informazione, l’Italia staziona permanentemente tra gli ultimi posti. Le parole asciutte e affilate dello scrittore, che viene a proferire di lotte, di salvezza del territorio, di libertà e di sabotaggio, risuonano nella sala. A qualche persona forse sarà sembrato un alieno di passaggio a Termoli.
Conclude lo scrittore: “E’ la prima volta che nel nostro Paese uno scrittore viene processato con un’accusa di questo genere, disattendendo il dettato costituzionale, e mi batterò con tutte le mie energie -conclude lo scrittore- perché sia anche l’ultimo.” Nella sala che sfolla, s’ode anche qualche mugugno e si vede qualche viso stizzito, pochi invero. Ma erano presenti anche tanti ragazzi, attenti e interessati, vogliamo credere che la forza di quei pensieri siano penetrati nella loro mente e nel loro cuore. In questa emblematica battaglia, non possiamo che ribadire insieme a loro, che “Noi siamo con Erri.”