TERMOLI _ I ragazzi della 5^ Geometri dell’Istituto Ugo Tiberio di Termoli ogni anno, a conclusione del loro ciclo di studi e in vista dell’esame di Stato, organizzano una mostra di lavori progettuali per testare le competenze acquisite e a dimostrare anche a se stessi di esser diventati dei tecnici nel settore delle costruzioni dell’ambiente e del territorio. Nel 2010 la mostra ha avuto come titolo “I ragazzi del Tiberio progettano il Territorio” ed è stata di un una ampia carrellata di proposte e progetti su possibili interventi nelle infrastrutture ad uso pubblico, furono presentate oltre 30 idee progettuali; mentre nel 2011 con “ I luoghi della memoria”, gli alunni hanno cercato di riscoprire e valorizzare i luoghi e storici, i palazzi ed edifici importanti per la memoria collettiva.

Quest’anno con “Il Territorio come risorsa, inseguendo i nostri sogni”, i ragazzi dell’Istituto per Geometri Costruzione ambiente e Territorio – Ugo Tiberio di Termoli, hanno posto al centro del loro interesse l’ambiente e il territorio con l’intento di realizzare situazioni progettuali volte alla valorizzazione e allo sviluppo del territorio stesso, nel pieno rispetto delle risorse ambientalistiche presenti. Così , mentre nelle scorse edizioni l’attenzione è stata posta sul recupero del patrimonio architettonico preesistente, e alla rivisitazione dei luoghi della memoria, questa volta i ragazzi si sono cimentati in una ricerca delle potenzialità del territorio in senso lato, attraverso una attenta analisi delle ricchezze naturalistiche in esso rinvenibili e su come si possa fare della buona progettualità urbanistica preservando e valorizzando le ricchezze della natura e dell’ambiente. Questa sintesi fra l’esigenza dell’abitare e la cultura ambientalistica rappresenta lo specifico della progettualità territoriale di cui si fa interprete l’Istituto per le Costruzioni, Ambiente e Territorio, come è oggi denominato l’istituto per Geometri “Ugo Tiberio”.

I principi allo sfondo che hanno guidato i ragazzi nello svolgimento del loro lavoro sono stati due: il primo che non c’è vera ricchezza in un territorio se non c’è ricchezza culturale; e poi, che le norme non devono essere viste come vincoli ma come risorse. Se è vero che la crescita culturale trascina quella economica e sociale, questa tradotta nel mondo delle costruzioni significa una progettazione attenta e consapevole dei giacimenti culturali intrinseci di un territorio. Operare per la crescita culturale del proprio territorio significa innanzitutto conoscerlo profondamente, studiarlo, capirne la sua peculiarità, le sue dinamiche sia naturalistiche che sociali. Da qui la ricerca e l’analisi di ciò che ci circonda: l’ ambiente, la natura, con i sui ritmi, la sua biodiversità e la sua evoluzione storica. Sulla base di queste considerazioni ogni intervento progettuale proposto è stato armonizzato con il contesto di cui farà parte, ed è scaturito da un’attenta ricerca per conoscerne le possibili forme di valorizzazione, da un approccio fondato sul rispetto, la sensibilità e quasi amore per i luoghi prescelti, consapevoli che questi devono essere i requisiti principali del progettista e dell’architetto del futuro. Il secondo fattore guida di cui si è detto è il rispetto delle norme urbanistiche che, lungi dal rappresentare un vincolo sono state considerate delle vere e proprie risorse aggiuntive. Da qui lo studio attento e l’analisi del dettato normativo come fonte di ispirazione, quasi una guida tecnica a costruire nel modo appropriato. I ragazzi si sono resi conto che le norme, anche quelle più restrittive non sono fatte per vietare di fare o di costruire, ma di fare e costruire bene, nel modo opportuno e nel luogo opportuno. In questo modo l’opera dell’uomo aggiunge bellezza e diventa un opera culturale destinata a durare nel tempo e a produrre benessere e ricchezza.

Con questa consapevolezza i ragazzi del Tiberio, provenienti da diversi paesi, soprattutto del Basso Molise e della capitanata, hanno studiato i loro luoghi di origine come fonte di ispirazione per i loro progetti. Essi hanno posto con forza il raggiungimento di nuovi obiettivi per le zone di appartenenza, quasi inseguendo i propri sogni: l’obiettivo di costruire qualcosa che portasse valore culturale aggiunto al proprio paese, l’obiettivo di dimostrare che qualcosa può essere fatto per innescare lo sviluppo; l’obiettivo di uscire dall’immobilismo del settore delle costruzioni per l’incapacità di interpretare nel modo giusto le norme esistenti. Ne sono scaturiti 19 progetti che sono, in realtà, andati al di là del sogno diventando, delle ipotesi concrete di lavoro; progetti interessanti e intelligenti che disegnano una scenario territoriale nuovo, ricco di possibilità di sviluppo armonico e sostenibile, per i nostri territori che, come sappiamo, soffrono, di condizioni di difficoltà economico-sociali. I ragazzi hanno contattato le istituzioni pubbliche, si sono organizzati dal punto di vista cartografico, hanno utilizzato tutti gli strumenti tecnologicamente avanzati, disponibili a scuola, dimostrando oltre ad un impegno ed ad una dedizione continua anche ottime capacità tecniche diffuse fra tutti i partecipanti. Le attività hanno visto i ragazzi impegnati nei progetti per tutto l’anno scolastico e sono stati guidati, anche quest’anno dal prof. Architetto Elio Scutti, coadiuvato dai tecnici dell’Istituto.

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