In particolare si apprende che la suddetta attività illegale si svolgeva al nord fino a Latina, mentre a est in tutta la zona del Matese, Isernia e le zone vicine. Inoltre il pentito Schiavone parla di un sistema unico di smaltimento illegale di rifiuti tossici dalla Sicilia alla Campania.
Anche per la Calabria e la Puglia ha denunciato lo stesso tipo di inquinamento”. Secondo la parlamentare: “A partire dagli anni ’80 la contrada di Fragnete, campagna alle porte di Isernia, è stata per lungo tempo inondata di fusti contenenti rifiuti tossici e sostanze radioattive, sversate nella zona chiamata Frusc’, un bellissimo tratto di bosco dove querce e tartufi abbondavano. Il meccanismo era semplice, ed è quello denunciato dal pentito Schiavone: nelle ore notturne gli scavatori preparavano le buche e i camion dei Casalesi le riempivano con i rifiuti tossici. Le istituzioni isernine, anche a seguito delle proteste dei contadini, spostarono la discarica comunale dal bosco Frusc’ al Colle Santa Maria, sempre a Fragnete: di giorno arrivavano i rifiuti urbani prodotti dai cittadini di Isernia, di notte i carichi dei Casalesi”.
“Nelle ore diurne, invece, capitava spesso che i rifiuti venissero gettati su copertoni di gomma ardenti e, se c’era vento, il fumo nero e irrespirabile si propagava nelle zone circostanti, da Fornelli a Castelromano, da Ravasecca a Breccelle: Fragnete, terra di contadini, viveva in anteprima quello che sarebbe poi successo nella Terra dei Fuochi” si legge nell’interpellanza.