TERMOLI _ La sfida dei prossimi anni per le professioni femminili si chiama Green-Economy. Un settore che è, per ora, appannaggio dell’occupazione maschile ma, piano piano, la situazione sta cambiando, sia in termini di tassi occupazionali , sia nelle condizioni di lavoro. La Green-economy è uno di quei settori e tutti i Paesi stanno guardando in questa direzione con sempre maggiore interesse, anche nell’ottica di rilanciare la crescita. Una crescita che, in Italia, è riferita principalmente al Mezzogiorno, grazie soprattutto a processi di riconversione industriale e alla produzione di nuovi beni in settori innovativi. Per i prossimi dieci anni si prevedono circa 250.000 nuovi posti di lavoro solo nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Escluso l’indotto.
Per le donne si tratta di un’occasione da non perdere. Già esistono progetti ed iniziative, anche in partnership con la Commissione Europea, che prevedono possibilità di crescita dell’occupazione femminile nell’industria verde. Ovviamente, parlando di industria verde non ci si riferisce solo alle energie rinnovabili perché in questo modo si limitano le prospettive di sviluppo; rientrano nel settore, per esempio, anche le biotecnologie, la bioagricoltura, la bioedilizia ed efficienza energetica. Questo moltiplica esponenzialmente il numero di opportunità di occupazione femminile in ruoli che possono essere di staff, dall’organizzazione all’amministrativa, dalla progettazione al project management.
Per questi ruoli si richiedono lauree in materie umanistiche, in giurisprudenza e in economia, facoltà in cui le laureate hanno superato i laureati, ma anche nel caso di titoli universitari in Ingegneria elettrica ed elettronica, civile, ambientale, chimica, le studentesse stanno gradualmente recuperando posizioni nei confronti dei colleghi uomini.
La Green-Economy oggi va vista come una opportunità per uscire dalle difficoltà in cui è invischiata l’occupazione femminile nel Mezzogiorno. I dati Svimez, riferiti a settembre 2010: inoccupazione delle giovani donne superiore al 46 per cento, in sostanza al Sud una donna su due non ha un lavoro. Disoccupati: donne 21.402, uomini 24.619 (totale 46.021). Inoccupati (non hanno mai svolto attività lavorativa ma sono in cerca di occupazione): donne 10.742, uomini 6.226 (totale 16.968). Totale complessivo tra disoccupati e inoccupati: 62.989. Sono 6.476 le donne che hanno perso il lavoro (tempo determinato) nel periodo dal 1° gennaio al 30 settembre 2010; 2.547 quelle a tempo indeterminato. Questi i dati, relativi alla situazione in Molise (Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – Direzione regionale del lavoro), calcolata sui lavoratori iscritti nelle liste di collocamento al 30 settembre 2010
L’Italia dei Valori, tramite i Dipartimenti Economia e Donne, interverrà con una serie di progetti mirati sul territorio ed iniziative specifiche nel corso del 2010 e del 2011 con le imprese della Green-Economy e gli esperti del settore a livello comunitario e nazionale.