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CAMPOBASSO _ In riferimento allo Studio redatto dal Comitato Tecnico Infrastrutture, logistica e mobilità di Confindustria, dal titolo “La riforma infrastrutturale – le criticità del sistema infrastrutturale e le esigenze di miglioramento della sua efficienza”, presentato ufficialmente oggi a Roma, il Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, anche nella sua veste di Vice Presidente della Conferenza delle Regioni, ha dichiarato: “Occorre che l’Italia investa quante più risorse possibili nella infrastrutturazione del suo territorio, questo sia per superare l’attuale momento di crisi, sia per una politica strategica di sviluppo e di modernizzazione dell’intero Paese. Occorre, dunque, una politica nazionale e locale che ponga al primo posto le azioni tese a dotare le varie aree dell’Italia che ne sono sprovviste di autostrade, di ferrovie ad alta velocità, di porti, interporti, aeroporti e quanto altro necessario ad un’economia in crescita. In questo quadro le problematiche e i gap storici del Sud, per quanto riguarda le infrastrutture, debbono trovare uno spazio assolutamente preminente. L’Italia, infatti, non si può agganciare allo sviluppo infrastrutturale europeo e mondiale se prima non recupera il ritardo del Mezzogiorno. Per raggiungere questi obiettivi occorre una consapevolezza comune del mondo politico, istituzionale e sociale che, previo un opportuno confronto e dialogo sulle scelte delle singole opere, porti ad un programma operativo concreto caratterizzato da velocità ed efficacia realizzativa. Bisogna pensare in una nuova chiave per quanto concerne quella che è la cultura della progettazione e della valutazione di ogni singola opera. Un elemento di base questo che deve fare il conto con le esigenze del territorio, le necessità infrastrutturali nazionali e gli interessi delle popolazioni. Fatta questa valutazione di fondo tra tutti i livelli istituzionali e le popolazioni in cui si deve intervenire, si può avviare con celerità la fase successiva che, basata su tempi certi e risorse definite, porti alla realizzazione definitiva dell’opera infrastrutturale. In questo quadro assume particolare importanza l’informazione rivolta a tutti i livelli e nei confronti di tutte le fasce della popolazione rispetto alle caratteristiche dell’infrastruttura che si vuole costruire. Come pure occorre ripensare e rivedere, in una nuova ottica, il profilo fondamentale riguardante l’analisi finanziaria dei singoli progetti.
“Il finanziamento pubblico, ad esempio, deve tendenzialmente divenire – come dice lo studio puntuale ed efficace presentato oggi da Confindustria – un profilo maggiormente complementare da attribuire in funzione delle carenze di domanda (e di rientri da tariffe) e dell’efficacia dell’opera sul piano della sua valenza strategica”. Dobbiamo accelerare le varie fasi procedurali e dare ad ogni opera tempi certi e basi finanziarie (pubblico – private) concrete ed affidabili. Come pure c’è bisogno di chiarezze sulle competenze tra Stato centrale, Regioni ed Enti locali. Un Paese moderno che vuole crescere e modernizzarsi non può arenarsi sulla burocrazia e sui conflitti di competenza. Se da un lato, quindi, si può accettare che allo Stato centrale competano le funzioni di pianificazione generale delle infrastrutture, dall’altro deve essere altrettanto pacifico che tale attribuzione venga sviluppata tramite un confronto anche serrato, ma certamente collaborativio e operativo e con le amministrazioni regionali e locali competenti. Questo al fine di giungere ad una decisione comune e condivisa della localizzazione specifica di ogni singola struttura.
Così facendo contempereremmo l’interesse nazionale con le esigenze e le titolarità degli Enti locali sul territorio di competenza. Un esempio, di questo modo di procedere, è l’autostrada Termoli-San Vittore che ci accingiamo a realizzare in Molise. Quest’ultima è stata riconosciuta opera di interesse nazionale dalla Legge Obiettivo e che ha visto, nella sua fase di progettazione, un confronto tra Stato centrale, Regione e Comuni fruttuoso e concreto. La stessa opera trova una base finanziaria scaturente da un finanziamento paritario tra fondi pubblici (Stato centrale, Regione e fondi europei) e privati, attraverso il metodo del project financing”.
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