Il Consiglio regionale d’Abruzzo, oggi, all’unanimità, applaudito dalle associazioni contrarie alle trivellazioni, ha detto “si” all’istituzione del parco naturale regionale “Costa dei Trabocchi”.
L’area protetta sorgerà tra il confine nord del Comune di San Vito Chietino e il confine sud del Comune di Rocca San Giovanni. Comprenderà 6 miglia marine nel tratto di mare prospiciente i due centri del litorale frentano.
A Termoli, invece, si sono sacrificati i bei trabucchi esistenti che racchiudono la storia delle “genti di mare” della città in nome dei delfini che, seppur attraversano il litorale, al largo di Termoli, solcano l’Adriatico in più aree e non solo il mare molisano.
E ancora. Si sono sacrificati i trabucchi così come la tutela e la valorizzazione di queste macchine da pesca che potevano essere incentivate anche con finanziamenti ad hoc ed un turismo a loro collegato, con un nome ed un logo che non ha radici in questo territorio ma richiama altre terre ben più famose.
Ma c’è di più. Nemmeno la proposta di “annessione” dei trabucchi di Termoli al nascente parco naturale abruzzese per salvarli dalla rovina, dall’incuria, dal dimenticatoio, presentata da Paolo Marinucci consigliere comunale di LiberaTermoli, ha “svegliato” l’attuale amministrazione dal silenzio amministrativo in cui è piombata. Il “ni” che ne è seguito all’iniziativa del discendente della storica famiglia termolese costruttrice della macchine da pesca, Marinucci detto “cellitte”, è anch’esso caduto, o forse, inghiottito dal silenzio.