TERMOLI _ In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere del centrosinistra Paolo Marinucci agli organi di informazione, relative alla struttura “Isola Felice”, interviene l’assessore al Welfare Michele Cocomazzi: “Quanto è triste dover constatare ancora una volta il tentativo sterile ed insulso di fomentare polemiche e strumentali quanto populistiche considerazioni, da parte di esponenti della minoranza che non hanno altro da fare che occupare il tempo per polemizzare ancora una volta su iniziative oltremodo significative che guardano al sociale con un’attenzione particolare.

Mi riferisco alla nota diramata nei giorni scorsi dal Consigliere Marinucci e da altri esponenti di opposizione, relativamente all’apertura del centro di accoglienza notturna “Isola Felice”.

Intanto, una precisazione. Per mera cortesia istituzionale e, con l’avallo dell’ottimo Presidente della V Commissione consiliare Stefano Perricone, il sottoscritto si era impegnato ad illustrare i contenuti formali e sostanziali del progetto commentandoli in tale Commissione – dietro iniziativa personale, si badi bene, e non perché richiesto da alcuno – nella speranza, dimostratasi presto inesistente che, un’opera di questo genere, trovasse l’assenso ed il compiacimento bipartisan. Invece no. Giù polemiche a non finire, sull’orario d’ingresso, sulla mancata apertura alle donne, ai disabili, ai minori, sulla consistenza dei costi, sulla logistica, sui passaggi amministrativi, tra l’altro obbligatori, sulla difficoltà di raggiungimento del sito, insomma una farisaica attenzione, quasi nauseante, al regolamento del servizio, perdendo di vista la straordinaria portata dell’iniziativa.

Iniziativa, si badi bene, mai ritenuta di evidente e proficua utilità da stessa della parte politica che oggi fomenta capotiche osservazioni senza senso, dal momento che, detto progetto, ormai predisposto da tempo, non ha visto – non si comprende perché – la propria messa in opera da parte del precedente governo cittadino. Come mai uomini, donne e bambini senza fissa dimora potevano tranquillamente vivere in zone sparse della città, nella stazione, davanti alle scuole, immersi nei loro cartoni, senza che nessuno prima d’ora si preoccupasse della loro esposizione al freddo o al caldo? Con quale capacità di sana sintesi si è potuto affermare che l’iniziativa odierna non costituisce una risposta ai reali bisogni della persona?

Come non può comprendersi che un progetto all’inizio della sua funzionalità, avendo preventivamene previsto una verifica a distanza semestrale dal proprio inizio e ciò, evidentemente, non a caso, non ha potuto non tener conto da subito di problematiche legate alla promiscuità tra uomini e donne singoli, posti a dormire in camere da tre e quattro letti e, per di più in un unico attuale corridoio, senza possibilità di controllo e vigilanza, tenuto conto che non di carcere si tratta, ma di casa di accoglienza? A parte che non è vero che è vietato nella struttura l’ingresso ai minori, purché evidentemente accompagnati, perché non si vuole comprendere come, alla luce di una giusta verifica del primo periodo, ben potranno essere prese in considerazioni soluzioni di mediazione tali da rendere possibile un’ospitalità di persone, oggi provvisoriamente escluse, per evidenti motivi di ordine e sicurezza? Inoltre, rammarica oltremodo che, nonostante avessi dichiarato in Commissione di poter prendere in considerazione la possibilità di studiare una convenzione con il gestore del trasporto pubblico locale, al fine di favorire il raggiungimento della casa di accoglienza, con fare assolutamente speculativo e strumentale, Marinucci & Company continuano a dichiarare l’esatto contrario.

Gli stessi critici, fanno inoltre finta di non sapere che per quanto attiene la cena, da tempo la Mensa Diocesana ha dismesso il pasto serale, tanto che tale circostanza, è già stata fatta oggetto di una prima subitanea riflessione con il nostro Vescovo Mons. De Luca, il quale, non ha affatto disdegnato l’ipotesi di un riapertura serale, evidentemente superando alcune criticità organizzative, e che con lo stesso si è addivenuti alla scelta di slittare l’orario d’ingresso da quello originariamente previsto. Altresì, concordando di porre in essere iniziative di sensibilizzazione, ci siamo recati personalmente sul posto da coloro che ancora stentano a convincersi di poter usufruire della struttura e che tutt’ora, giacciono presso la stazione o altrove. E’ evidente, in tal senso, che la mensa diocesana costituisce quel giusto centro di aggregazione ove potersi recare per porre in essere tutte le migliori iniziative di sensibilizzazione e per fare in modo che il maggior numero di utenti, senza forzature, possa recarsi presso l’Isola Felice. Allora mi domando: ma quale “specchietto per le allodole” come riferito da qualcuno degli improvvisatori la messa inscena del disappunto?

Ma quale “cambiale in bianco”, sottoscritta alla Confraternita di Misericordia, come ancor più gravemente dichiarato in Commissione da qualche solito sprovveduto? E’ possibile che non si comprende come, dinnanzi agli interventi sociali e culturali di tale sorta, la politica e la smania di diceria, devono cedere il passo nel rispetto di chi è più debole e sfortunato?

Per questo non potranno in seguito essere tollerati ulteriori confronti beceramente polemici che non abbiano in sé il presupposto della ragionevolezza e della critica fondata e, magari, costruttiva. L’Isola Felice è un semplice passo in avanti di crescita sociale e culturale a servizio della comunità, ove si impone con evidenza indiscutibile il senso di solidarietà, di sussidiarietà, di accoglienza e attenzione verso gli ultimi da parte di questa Amministrazione e, direi, dell’intera cittadinanza. Il resto è pari al nulla.

L’assessore al Welfare Michele Cocomazzi

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2 Commenti

  1. x l’assessore
    caro assessore,
    senza fare demagogia mi spieghi come mai il comune trova soldi da regalare alla “Misericordia”e al suo mentore Romeo Faletra e da tempo immemore lascia senza stipendio i dipendenti delle cooperative che collaborano con il comune…se non sbaglio i servizi sono direttamente gestiti dal suo assessorato,quando la bolla scoppierà verranno a chiedere lumi a lei in prima persona