TERMOLI _ Magari in queste sere estive può capitare di avere la voglia di vedere un film in dvd,quale occasione migliore allora per assaporare -emozionandosi l’unico ed eccezionale film del 2006 ‘Le vite degli altri’,vincitore di innumerevoli premi internazionali,tra cui,nel 2007,il Premio Oscar per il miglior film straniero.Scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, è un vero capolavoro che va visto dall’inizio alla fine con attenzione in quanto in principio è abbastanza storico e rigoroso,ma solo alla fine,dopo una grande e silenziosa evoluzione interiore del protagonista,rivela il suo senso,la sua morale,il suo sentimento vivo ed umano.

Quando l’ho visto anni fa al cinema qualche spettatore,annoiato,si alzò durante la prima parte del fim,mentre alla fine coloro che rimasero, fiduciosi,me compresa,si alzarono in piedi per applaudire in sala per alcuni lunghi,interminabili minuti di commozione,gioia,autentica emozione,di quella che ti avvampa il cuore,ti fa venire i brividi e ti fa subito venir voglia di diventare una persona migliore,lottando per i valori,quelli veri,con l’intento di riuscire a cambiare il mondo,muovendolo verso il bene,l’amore,i sentimenti veri,ciò che resta ,in altre parole,della vita al di là della materialità,del cinismo,dell’avidità,del successo apparente e fallace. Un film originale che apre una finestra sulla storia della Germania Est controllata dalle spie della Stasi(Ministero per la Sicurezza dello Stato),organo di sicurezza e spionaggio interno. Protagonista della storia è il Capitano della Stasi Gerd Wiesler,in codice HGW XX/7,interpretato dallo straordinario Ulrich Muhe,morto purtroppo nel 2007,interpretazione che gli è valsa diversi riconoscimenti e innumerevoli nomination quale miglior attore protagonista. Ironia della sorte,lo stesso attore nella sua vita ebbe a che fare con la Stasi.

Il personaggio è un ambizioso,severo e grigio,spartano membro della Stasi,in cui crede fortemente,al punto da insegnarne i segreti alle nuove leve. Viene incaricato di ascoltare e spiare attraverso microfoni e microspie e un centro d’ascolto vero e proprio nel palazzo dell’indagato,un noto scrittore idealista e ardito,per il solo vero motivo che il Ministro della Cultura vuole liberarsene con qualche accusa poichè invaghito della compagna di lui,una nota attrice dell’epoca. Quello che dovrebbe essere un incarico di routine si rivela per l’uomo invece un viaggio nelle’ vite degli altri ‘, che per la prima volta gli fanno sentire l’importanza e il calore delle relazioni umane motivate da veri sentimenti. La coppia in osservazione infatti è innamorata,idealista,leale,legata al mondo dell’arte e della cultura,desiderosa di lottare per essere libera nelle proprie idee anche contro il regime e Gerd Wiesler poco alla volta non si limita a registrare ciò che sente o vede,fedele alla propria missione,ma ‘sente’ dentro di sè le emozioni della vita che ascolta,quelle che lui non ha conosciuto,e inizia a vivere per la prima volta una esistenza sentita grazie a quella degli altri,capendo di non averne una propria,ligio solo all’estremo al suo ruolo nella Stasi. Un uomo grigio,freddo e senza emozioni si affeziona a quel calore umano,a quegli ideali,alla musica e ai libri degli osservati,ascolta scaldandosi poco a poco i fremiti della loro vicenda emotiva e sentimentale e giunge al paradosso addirittura di non riportare più ciò che sente e i gesti che lo scrittore inizia a fare contro il regime,tipo scrivere un articolo anonimo pericoloso con una macchina da scrivere a inchiostro rosso non registratata e nascosta abilmente in casa.

Lo stesso Gerd Wiesler,incaricato dai superiori,costringe col ricatto l’attrice a confessare le colpe del compagno tradendolo,rivelando il nascondiglio della macchina da scrivere,ma è lui stesso,drammaticamente,che corre prima che vadano ad arrestarlo,a casa della coppia per toglierla,e salvare l’uomo e anche l’amore tra i due. Un capitano in carriera cui era stata promessa un importante promozione in caso di successo della missione,rinuncia alle mete ambiziose per umanità nuda e cruda,e aiuta lo scrittore a salvarsi,anche se l’attrice prima del presunto arresto si getta sotto un camion e si uccide pentendosi del tradimento..Scoperto,il capitano viene retrocesso al minimo ruolo di dipendente,aprire buste da lettere con il vapore in uno scantinato fino alla pensione…non ha lasciato prove,ma il suo superiore dalle coincidenze capisce che ha tradito la Stasi. Lo scrittore anni dopo non avendo chiaro la vicenda Stasi e il suo essere spiato,prova a leggere i resoconti della organizzazione relativa alla sua persona e capisce che il capitano lo ha coperto e salvato. Lo rintraccia, e vorrebbe ringraziarlo per quell’umanità inusitata,ma poi lo vede, e non trova le parole e non lo ferma…Forse perchè ha avuto un’idea migliore,quella vincente che possa davvero scaldare il cuore dell’uomo e ringraziarlo realmente,scrivere un romanzo’Sonata delle persone buone’e parlargli all’animo scrivendo nella prima pagina:’Dedicato a HGW XX/7,con gratitudine’.Una dedica unica che solo lui può capire-si tratta della sua vecchia sigla Stasi in codice- e che- sfogliando casualmente una copia del libro-lo folgora dentro e gli illumina il viso monocorde e senza espressione ,tanto da fargli dire a un commesso,che gli chiede se sia un regalo il libro acquistato’No,è per me’…perchè ora l’ex capitano ha una sua vita,fa qualcosa che sente solo per lui,e non spiando e controllando vite più vere di quella che viveva lui e che si permetteva anche di giudicare e controllare…

Il film è scarno, pochi i dialoghi lunghi,ma sono le poche parole,i colori cupi e biechi della pellicola e la mimica degli occhi del protagonista,una musica,una scritta,un lampo di sorriso nel volto per un’emozione che ha il potere di cambiarti tutta la vita,a parlare allo spettatore,a farlo emozionare… E non è il ‘non detto’ a volte,proprio ciò che dice di più e parla per noi,anche nella nostra vita?E concludo questa mia recensione ricordando l’attore Ulrich Muhe,ricordandolo per quello che era ,un grande,avendo avuto il merito di aver realizzato con i suoi occhi-occhi dell’anima-un capolavoro… Il suo volto, nella sua significatica evoluzione emotiva ,senza grosse scene o grandi recite ha smosso la mia anima,spronandola a continuare a seguire i valori dell’umanità,della giustizia,del bene e della verità…Grazie Ulrich!Sento ancora, quando ripenso al tuo film,le emozioni che il tuo volto e il tuo sguardo puro hanno saputo farmi vivere!Penso,alla fine,e concludo davvero,che ‘Le vite degli altri’ sia, a mio avviso, il miglior film della storia del cinema e, per questo,lo consiglio davvero a tutti.

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1 commento

  1. Complimenti all’autrice dell’articolo che oltre a ben descrivere la storia, trasmette la vera essenza che il film stesso regala a coloro che “hanno resistito fino alla fine”! Una storia forte e cruda, una grande regia e un film come pochi,storia che vale assolutamente la pena di viverla davanti allo schermo.