LARINO _ E’ polemica a Larino sulla potatura dei Lecci del paese. Gli alberi secolari che fanno bella mostra di se in Largo Pretorio, sono stati privati dei rami e delle foglie attraverso una profonda operazione di manutenzione del verde pubblico.

L’intervento, giudicato eccessivo, non è piaciuto a molti residenti del paese e ad alcuni esperti.

A denunciare la “brutta operazione” che rischia di rovinare e seccare i Lecci secolari è Stefano Vincelli che, con una lettera aperta, esprime forte preoccupazione per gli alberi e condanna il tipo di intervento effettuato considerato una vera e propria capitozzatura.

Questa la lettera di Vincelli:

“Che tristezza vederle lì, senza più una foglia, vittime dell’insensibilità e dell’ignoranza umana.
Se potessero parlare ci direbbero: “Scusateci se ci presentiamo in questo modo, noi ce ne vergogniamo, ma non è questo il nostro aspetto, è l’uomo che ci ha ridotti così, senza una foglia, perché noi siamo alberi sempreverdi e le foglie ci piace tenerle anche d’inverno. Per noi è un grande sforzo, ma ci rende belle tutto l’anno”.

Passando, in questi giorni, presso Largo Pretorio, a Larino, si può notare come l’ignoranza umana, e peggio ancora, di addetti ai lavori, si sia accanita contro dei poveri lecci, querce sempreverdi, privandoli di una parte vitale, la chioma.

Non una potatura di contenimento o una potatura atta a dare una forma geometrica particolare, ma una vera e propria capitozzatura, di quelle che venivano effettuate decenni addietro, ma con scopi e su piante completamente differenti. Invece, oggi, questa tecnica, abbondata anche dai nostri avi e su cui esistono chilometri e chilometri di letteratura che ne spiega i pericolosi effetti, viene riproposta su piante ornamentali che hanno una principale funzione estetica.

E non solo nel piccolo Centro Frentano, ma un po’ lungo tutta la penisola italiana. Ma che funzione estetica possono avere delle piante che sono state private dell’intera chioma? Nessuna. Come nulle sono state rese tutte le altre funzioni che una pianta ha in ambiente urbano. Adesso mettono tristezza, perché riescono a trasmettere solo sofferenza. All’apparenza può sembrare una operazione tecnicamente ed esteticamente giusta, perché “rinnoverà” la chioma e donerà luce ed arieggiamento ad uno spazio che prima era sovrastato dall’intensa e cupa chioma dei lecci, caratteristica insita di queste piante tipiche dell’ambiente mediterraneo.

Bisognerebbe però chiedere, a chi ordina ed a chi pratica questo “particolare” trattamento, se conoscono qual è la funzione delle foglie in una pianta. Senza la parte che produce energia, la pianta può temporaneamente “morire di fame”. Essendo stata completamente privata dall’apparato fogliare ha la necessità di riformarlo molto velocemente, ma se non ha le giuste quantità di energie immagazzinate rischia seriamente la morte. Se sanno che trattamenti di questo tipo debilitano eccessivamente la pianta, rendendola suscettibile a malattie (alcuni insetti sono attirati da segnali chimici emanati da alberi danneggiati), guidandola verso una senescenza precoce. Se sanno che i tagli tipici della capitozzatura creano ferite che non saranno mai rimarginate e saranno per sempre veicolo di ingresso di agenti patogeni. Se sanno che la capitozzatura crea maggiore pericolo.

La necessità di ricreare velocemente una chioma porta alla germogliazione di gemme avventizie marginali alle superfici di taglio, che si affrancheranno solo superficialmente alla branca genitrice e, quando raggiungeranno discrete dimensioni, saranno predisposti naturalmente alla rottura. La capitozzatura rende gli alberi brutti, distruggendone la naturale forma, ed anche se torneranno a riformare la chioma, questa non riuscirà mai più ad acquisire le caratteristiche originarie.

Ma noi siamo sicuri che i poveri i lecci di Largo Pretorio hanno energia da vendere, perché sono lì da decenni a sfidare l’ignoranza di addetti ai lavori e sono già pronti a tornare a vegetare, anche se gli è stata accorciata la vita di molti anni”. 

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2 Commenti

  1. poveri lecci
    questo capita quando una amministrazione campa alla giornata e non programma la sua attività amministrativa, tra cui mantenere bello il paese e curare il verde. “Non ci sono soldi per fare di meglio”, risponderanno i sigg. dirigenti e amm.ri, ma nessun agronomo competente si sarebbe rifiutato (anche se richiesto a titolo gratuito) di seguire l’attività delicata quale può essere quella della potatura di piante secolari. Perchè chi ama le piante, la natura e il proprio territorio, lo ama sempre a prescindere…..