In merito alla situazione di crisi economica e sociale che sta vivendo attualmente il nostro Paese e, più da vicino, alla realtà molisana, D’Ascanio è stato molto esplicito e netto: “Bisogna tornare al territorio, ciò non solo per consentire una clamorosa rivincita del sistema produttivo di beni e servizi sulla finanziarizzazione dell’economia, ma anche per ridare fiato e spazi ad una visione etica e civile che si occupi della realtà sociale vera: delle persone, delle imprese, delle risorse, delle culture e delle identità locali. Ritrovando, così, le vie di sbocco ai tanti drammi che vivono i giovani, le donne, gli imprenditori; comunità intere che si assottigliano sempre più per nuovi fenomeni di emigrazione che interessano quanti sono rimasti senza lavoro e senza speranze.
Il ritorno al territorio – ha concluso il Presidente D’Ascanio – deve significare mettere in moto processi di sviluppo basati su sistemi innovativi per la diversificazione e per la qualità, che rendano protagonisti gli Enti Locali e il sistema socio-imprenditoriale che non vuole essere più frustrato dalle politiche assistenzialistiche di un sistema di potere autoreferenziale ed inadeguato che, come sta accadendo in Molise con l’allegra ed irresponsabile gestione della finanza pubblica, si accinge a caricare di tasse oltre ogni limite i cittadini e a cercare di somministrare loro la terribile beffa di proporsi, esso stesso, come il medico curante della grave malattia procurata. Un insulto che francamente i molisani non meritano”.