BoccardoTeclaCAMPOBASSO – “Un’altra volta Campobasso e Isernia in coda a tutte le provincie d’Italia, questa volta secondo l’indice della felicità. È inaccettabile, io non ci sto” questa la reazione di Tecla Boccardo, leader della UIL molisana alla lettura, sul più diffuso quotidiano italiano, della classifica della felicità. Domenica 20 marzo è la data in cui si è celebrato il diritto alla felicità con una giornata mondiale ad hoc indetta dall’Onu nel 2012 allo scopo di riconoscere il benessere e la felicità quali aspirazioni universali della persona umana e dunque obiettivi fondamentali delle politiche pubbliche.

È stata elaborata una «classifica» grazie a un algoritmo che su Twitter valuta i «cinguettii» contenenti messaggi di gioia, allegria e quelli invece all’insegna di rabbia, paura, ansia. Una specie di «gioco» basato sulle faccine, ma con solide basi statistiche e informatiche. Cosa ne è venuto fuori? Che anche nel 2015 l’Italia è stata felice, ma con profili di tristezza e, nell’indice per provincia, quest’anno l’ultimo ed il penultimo posto vanno proprio alle due molisane, Isernia (47,2) e Campobasso (48,1). Sono anche fra le provincie con il più alto tasso di volubilità, oscillazione fra felicità e tristezza nell’arco dei giorni o dinanzi agli eventi. L’indice della felicità molisana all’inizio d’anno era superiore a quello medio italiano, poi è calato mese dopo mese, per tracollare dopo agosto per risalire leggermente verso fine anno. In Molise nel 2015 il giorno più felice è stato a Campobasso il 30 gennaio quando, secondo il Corriere della Sera, il Fondo per le Imprese mette a disposizione 8 milioni di euro per la regione, mentre il giorno più triste è stato a Isernia il 22 aprile quando un vasto incendio si estende fino alle porte di Venafro.
“Non ci voleva forse un’analisi così accurata e curiosa, basata com’è su strumenti dei social che non tutte le persone usano abitualmente – commenta la Boccardo – per capire che da noi la felicità o la tristezza sono direttamente collegate al lavoro, al benessere che deriva dall’avere un reddito, dalle prospettive economiche, occupazionali e sociali, dalla sanità alla coesione, alla salvaguardia dell’ambiente. Anche il Sindacato, molto più empiricamente, verifica giorno per giorno fuori le aziende che collocano i lavoratori in cassa integrazione e fra coloro che perdono il posto di lavoro che finora li aveva sostentati, come la preoccupazione serpeggia fra le persone, come talvolta questa tracima nella disperazione e nell’angoscia. Ci viene detto che anche da noi qualcosa sul piano economico si sta muovendo, contiamo anche qui qualche occupato in più, ma per molti è finita anche la cassa integrazione e la prospettiva di reddito resta solo la pensione del genitore e la solidarietà familiare. Aspettiamo che l’Area di crisi dia i suoi frutti, che le risorse europee assegnate e ben impegnate smuovano qualcosa, che gli amministratori mettano mano alle tante partecipate in emergenza, ma siamo ancora agli annunci ed alle attese. Attese che, quando vengono disattese, anche questo crea tristezza. Se il benessere e la felicità sono, come dice l’ONU, aspirazioni universali della persona umana dovranno pure, anche in Molise, diventare obiettivi fondamentali delle politiche pubbliche. La UIL del Molise chiede da sempre maggior impegno sui diversi fronti, per non ritrovarci, vergognosamente, sempre in fondo alle classifiche che si occupano del benessere delle persone.”
Il Molise è la regione più triste d’italia.
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1 commento

  1. La felicità
    E io invece sono daccordo! Credo che il Molise sia la regione più triste d’Italia e Campobasso e Isernia siano le città più tristi d’Italia! Di cosa ci meravigliamo? Ma forse non è così? Ci siamo fatti superare pure dalla Basilicata in tutti i campi e ora cosa pretendiamo? Eppoi, con una classe politica come la nostra, che speranza possiamo avere? Quando pensavi che con IORIO avevi toccato il fondo, ecco arrivare FRATTURA e quel fondo lo superi di slancio e vai ancora più giù!!!
    E per il futiro, con un FACCIOLLA o un TOTARO…… potremmo andare ancora piùgiù!