TERMOLI _ Il prossimo 16 ottobre il Consiglio di Stato non potrà evitare di sciogliere il Consiglio Regionale e saranno attivate le procedure per il ritorno alle urne. Dopo un decennio di scorribande predatorie nelle istituzioni regionali rimaste ormai esangui e paralizzate, molti personaggi politici che hanno gestito il potere nell’ultimo decennio cercano disperatamente di rifarsi una verginità per rimanere nelle stanze dei bottoni. Il loro destino, e quello di coloro che vorrebbero semplicemente sostituirli nei posti di comando, ci è del tutto indifferente. Ci interessa molto, al contrario, il destino di questa nostra terra che ha diritto ad una ripartenza e ad una fondata speranza di cambiamento. Per questo, agendo con un’ottica progressista, ci battiamo per un ampio coinvolgimento dei cittadini molisani nella scelta del candidato presidente e dei candidati del listino maggioritario.
Conseguentemente confidiamo nella saggezza dei cittadini, più che negli accordi tra i vertici dei partiti, per la scelta degli uomini e delle donne più adatte a mettere in sicurezza la sballottata nave molisana. Lungo il percorso che ci porterà ad un appuntamento decisivo per il futuro del Molise, avanzeremo proposte metodologiche e programmatiche precise e puntuali da porre a base dell’intesa di una coalizione realmente alternativa e antitetica rispetto alla filosofia e alla pratica berlusconiana di Michele Iorio. I pilastri portanti dello iorismo sono molteplici e contiamo di esaminarli attentamente, per evitare che essi siano riciclati nel nuovo edificio politico-istituzionale del centro-sinistra, partendo dalle relazioni familiari e dall’uso del danaro, argomenti da chiarire prima delle elezioni. L’attaccamento del presidente Iorio alla sua famiglia è ormai proverbiale e la recente vicenda della candidatura di Rosetta Iorio a sindaco di Isernia deve stimolare una seria riflessione sulla degenerazione della democrazia e sul rischio di una sua trasformazione in oligarchia a base familiare.
Ma siamo sicuri che questa deriva familistica non riguardi anche il centro-sinistra ? Sul punto abbiamo molti timori e, per questo, chiediamo ai dirigenti politici del centro-sinistra di non inserire nelle prossime liste regionali candidati che abbiano parenti o affini di primo o secondo grado politicamente impegnati a livello locale, provinciale, regionale, nazionale o europeo. Con riferimento al danaro, che scorre copioso nelle campagne elettorali di Iorio e dei suoi familiari, non vogliamo limitarci a porre qui il pur importante tema del rispetto formale del tetto di spesa stabilito dalla legge. In questa sede vogliamo prioritariamente porre in evidenza la sistematica alterazione che ogni campagna elettorale dispendiosa e roboante attua a svantaggio di coloro che non hanno abbondanza di mezzi finanziari a disposizione e sottolineare come proprio da una impostazione troppo costosa delle campagne elettorali nasca l’esigenza di rifarsi delle spese sostenute con emolumenti e prebende varie che, agli occhi dei cittadini contribuenti, appaiono ormai come insopportabili privilegi.
Rispetto a queste pratiche il centro-sinistra deve intraprendere una strada formalmente e sostanzialmente alternativa che, nell’immediato, possa concretizzarsi in alcune scelte fondamentali: forte limitazione delle spese elettorali; ritorno a forme comunicative e partecipative basate sul contatto diretto con gli elettori; rinnovata attenzione all’utilizzo del denaro, anche per evitare che si verifichino ostentazioni e sperperi che offendono i cittadini che versano in gravi difficoltà economiche e sociali. Di qui la necessità di un accordo tra le forze politiche del centro-sinistra per stabilire un tetto molto contenuto alle spese elettorali, sia per la coalizione sia per ciascun candidato, nonché un efficace strumento di controllo dello stesso. Ecco le ragioni di una netta opposizione al familismo e alle campagne elettorali faraoniche che sono un male in sé, ma anche generatori di molti altri mali esiziali per la democrazia.
I consiglieri Filippo Monaco Felice Di Donato