Parliamoci chiaro: in Molise le banche raccolgono i soldi e i risparmi dei molisani ma poi non erogano questi capitali alle imprese e al tessuto economico locale. Magari questi soldi, come la vicenda MPS ci sta svelando, vengono dissipati in derivati o in sospette speculazioni finanziarie. E questo non va bene. Io credo che la Regione, come garante dell’autonomia di un territorio, possa e debba avere un ruolo anche nelle politiche del credito locali. Bisogna convocare le banche che operano in Molise e spiegare come al risparmio raccolto deve corrispondere, sempre nel rispetto delle leggi che tutelano il settore, un’ erogazione quanto meno corrispondente in favore dell’economia locale, specie verso le imprese più piccole.
La Regione dal suo canto potrà agevolare con interventi di supporto (penso alla Finmolise) questa scelta ma è ovvio che spetta alle banche invertire questa dolorosa prassi di credito negato agli imprenditori. Una prassi che porta anche a dolorosi contraccolpi personali e psicologici. E suggeriremo una specie di lista nera del credito in Molise. Renderemo pubblici i nomi degli istituti che continueranno a dire picche alle richieste dei piccoli imprenditori molisani e inviteremo i cittadini molisani a non aprire conti o intrattenere rapporti con loro. Il problema va affrontato con decisione e purtroppo vista la sua gravità non penso che sia più il tempo dei guanti di velluto”.