Crepuscolo a San Domino (foto C.L.Smoke)ISOLE TREMITI _ In occasione del Natale, nell’imminente chiusura del ciclo annuale, diventa più che mai opportuno riflettere sugli eventi al fine di trarre positivo insegnamento dall’esperienza vissuta. Occorre anche una meditazione silenziosa, se si desidera individuare il bene, la cui consistenza è sempre diversa per ciascun individuo. Nell’aria serena delle Isole Tremiti si diffonde sovente  uno stridore fastidioso. E’ l’eco generata da troppe diversità formali la cui causa primaria sembrerebbe emergere da un curioso atteggiamento intellettuale di parte degli abitanti, poco attenti forse ai dettami di un’etica sociale, in rapporto a vicende di respiro globale, che stanno influenzando, non solo a livello di economia politica, il destino dell’umanità.

Mi riferisco in particolare ad effetti e cause  che contrassegnano pensiero ed azione della piccola comunità isolana, rispetto a quel dramma planetario della recessione che attacca le maggiori democrazie mondiali.

 

Il rilievo si ripropone con prioritario riguardo alla profonda frattura generatasi ormai da tempo all’interno di uno sparuto agglomerato sociale come si profila certo nella fattispecie la collettività vivente sulle Isole. Ritengo che nessuno possa esimersi con onestà dal ragionevole riconoscimento circa le cause del processo involutivo che attualmente condiziona la vita stessa dei residenti. Si tratta di annose particolarità, aggravate ora pesantemente dalla ben nota congiuntura.

L’aspetto più deteriore deriva principalmente da quella drammatica divisione, a prima vista insanabile, originatasi nel marasma di furibonde lotte paesane che investono i numerosi appetiti tendenti al comando della municipalità. Si parla troppo, senza misurare i termini: è il risultato devastante derivato in primis da una certa ignoranza la cui causa si dovrebbe individuare senza dubbio  nella dipendenza incondizionata dal mezzo televisivo.

Sedici anni fa – quando risiedevo a Monaco di Baviera – mi fu concesso il privilegio di un incontro amichevole con Herbert Reinecker, noto fra l’altro per essere autore della fortunata serie televisiva L’ispettore Derrick. Nel corso dell’articolato colloquio che potei intrattenere col personaggio, mi venne illustrato dallo stesso un desolante giudizio dedicato alle qualità più deteriori dello strumento mediatico e in particolare alla possibilità di pilotarne gli effetti da parte di chi potesse disporre di quei mezzi oltre ogni etica, al di là di un dignitoso contegno morale.

In particolare, Reinecker stigmatizzava testualmente: “Sesso, intrattenimento, lotterie, talk show e menzogne a più non posso: questa è la TV al giorno d’oggi. Io conosco il funzionamento dei media in misura sufficiente a poterne valutare il peso con precisione appropriata. Per questo mi tengo prudentemente in disparte da quel mondo caotico, mascherato di credibilità. Si tratta di un’arma tremenda, quasi uno squalo dalla voracità incontenibile, in quanto attraverso il suo impiego specifico, nella politica attuale, si potrebbe realizzare persino  un colpo di stato”.

La carenza principale si profila secondo me nella totale assenza di progetti socialmente commisurati a specifiche necessità (materiali e spirituali) degli abitanti. Si avvicina il redde rationem, il tempo della consultazione elettorale, che potrebbe finalmente dischiudere ai tremitesi la prospettiva di nuovi orizzonti.

Si rende a parer mio di vitale importanza che i residenti organizzino le forze,  convogliando le risorse per fare corpo unico in difesa del bene immenso rappresentato dall’Eden del minuscolo arcipelago. Non è casuale il rilievo dei crescenti appetiti che fioriscono di continuo nelle mire di certi speculatori, ai quali poco importa dell’aria, del verde, dell’ambiente naturale, insomma del benessere collettivo.

Secondo l’orientamento filosofico delle dottrine platoniche, sussiste nel creato una forza primordiale che conferisce all’essenza intrinseca della natura vitalità  di respiro planetario.

In virtù di tale impulso, la natura stessa viene assimilata a un’autentica realtà vivente, del tutto unica nell’organicità, generando una propulsione dalla quale i singoli organismi viventi traggono la comune ragione universale che li anima.

Crepuscolo a San Domino (foto C.L.Smoke)
Crepuscolo a San Domino (foto C.L.Smoke)
La vitalità della natura nella sua interezza, assimilata a un unico organismo vivente, rappresenta dunque il principio unificante da cui prendono forma i singoli organismi. Questi, pur articolandosi e differenziandosi secondo le proprie specificità individuali, risultano appunto legati tra loro da una comune anima universale, meglio nota nella tradizione latina come Anima Mundi, l’Anima del mondo.

Nessun incontro – con una persona o con una cosa – che facciamo nel corso della nostra vita è privo di un significato segreto. Gli uomini con i quali viviamo o che incrociamo in ogni momento, gli animali che ci aiutano nel lavoro, il terreno che coltiviamo, i prodotti della natura che trasformiamo, gli attrezzi di cui ci serviamo, tutto racchiude un’essenza spirituale segreta che ha bisogno di noi per raggiungere la sua forma perfetta, la compiuta definizione.

Solo l’efficiente lungimiranza della Dr. Carmela Palumbo, parrebbe avere posto di recente un efficace scudo protettivo costituito da vari provvedimenti coraggiosi volti a risolvere un caso che si profilava sempre più ingarbugliato.

Sarebbe perlomeno negligente ignorare infatti la valenza degli aspetti positivi generati nel frattempo, che si propongono  come sostanzioso incremento all’attendibilità sociale del citato Commissario e del suo principale coadiutore Dr. Michele Crocco, preposti dal Prefetto di Foggia quale guida istituzionale a raddrizzare la situazione disastrosa generatasi nella gestione del piccolo Comune isolano.

Subito dopo le feste, partirà la raccolta differenziata dei rifiuti. Questa bella conquista va a cancellare un’abominevole vergogna che ci veniva rinfacciata da molte parti. Grazie, Dr. Carmela Palumbo, Lei ha realizzato il miracolo con sobrietà, senza minacce inutili, senza ridicoli discorsi propagandistici, senza penosi ricatti, senza vendere le isole.

Tutto questo non deve permettere tuttavia di rilassarsi e lasciar scemare l’attenzione all’ambiente, alla cultura, all’immagine storica di queste Isole che pure sono portatrici di una tradizione illustre.

Sembra inoltre rimanere tuttora sul tappeto una questione fondamentale, di cui si parla da tempo immemorabile: realizzare un Museo nel quale raccogliere la quantità di tesori emersi dal passato. Si tratta, non dimentichiamolo, di un patrimonio che si proporrebbe autorevolmente come valore fondamentale da sfruttare in chiave di ulteriore richiamo capace d’interagire al fine di un possibile incremento turistico.

Non è  certo con le mostre fotografiche sui deportati libici che si promuove un serio tributo alla tradizione culturale di cui pure le Isole Tremiti risultano depositarie a titolo quanto mai consistente.

Occorrerà mantenere una guardia ben vigile al fine di evitare che la prospettiva invitante per l’economia locale possa trasformarsi in malaugurata trappola risultante da un eventuale percorso speculativo teso – da parte di qualche spregiudicato affarista estemporaneo – all’acquisizione di ghiotti privilegi. E come si potrebbe trascurare un legittimo turbamento a fronte delle tragedie passate? Evitiamo che queste piccole terre in mezzo al mare, già tormentate per secoli dai continui assalti di pirateria, possano conoscere una nuova forma di sopraffazione, più subdola, dall’accattivante aspetto di chiara modernità – tecnologicamente progredita, concettualmente mascherata e politicamente trasfigurata – ma di deprecabile scempio rispetto al naturale bisogno di fondamento etico.

Nel suddetto scenario nuovi furbacchioni – non solo i petrolieri – potrebbero forse salpare da altre terre, per approdare qui determinati a concretizzare sciocchezze mostruose ma redditizie, architettate con probabile spregiudicatezza e ricoperte quindi con astuzia da una crosta poco affidabile di strombazzata umanità.

Gli uomini di buona volontà che ancora vivono sulle Tremiti troveranno senza dubbio il coraggio e la forza necessari per ergersi a guardiani dell’intangibilità di fondamentali valori, si riuniranno  in un fraterno abbraccio, ricostituendo rafforzata – al di là del detrimento prodotto da interessi piccini – la potenzialità creativa di cui l’ingegno isolano è ricco. Una convinzione politica di progettualità lungimirante dimostra sempre che solo il coinvolgimento generale può determinare, con il concorso di energie e di partecipazione, una nuova forza capace di catalizzare il successo nella realizzazione del disegno evolutivo così concepito.

Penso, e non mi stanco di ribadire, che obiettivo primario della politica sia quello di comunicare – attraverso la realizzazione delle varie intenzioni programmatiche – la forza di un messaggio rivolto all’umanità intera. Ciò avviene al di là dei limiti che potrebbero essere imposti da realtà contingenti quali lo spazio, il tempo, le divisioni geopolitiche. L’etica dell’uomo politico di coscienziosa onestà dovrebbe conservare come valore primario la realtà umana e l’universo che la contiene.

Il rilievo che dovrebbe interessare i Tremitesi sembra risultare nello specifico proprio la totale assenza di una visione universale, laddove quest’ultima si evidenzia sacrificata ormai sull’altare dei particolarismi paesani, delle restrizioni mentali conseguenza di squallidi interessi, delle limitazioni concettuali generate dall’astio personale di pochissimi singoli.

In conclusione, sorge spontaneo l’accorato stimolo ad operare una riunione per la rinascita, recuperando i valori della collaborazione solidale. D’altra parte la stragrande maggioranza  dei residenti lamenta di continuo le profonde fratture. Sono proprio le divisioni assurde che, facendo lievitare l’emergenza negativa con il ricorso spesso rabbioso a inconcludenti luoghi comuni, hanno impedito finora un sereno progresso civile.

In tale contesto, rassicura riconoscere come la parte migliore della popolazione – quegli uomini onesti, generosi, ragionevolmente aperti, di tradizionale cultura pur nella consapevole modestia, – non è certo rappresentata dagli aspetti più inquietanti della desolazione summenzionata.  Ad essi rivolgo un pensiero affettuoso, non scevro di gratitudine, nella speranza che lo spirito positivo dell’atmosfera natalizia generi, grazie a loro, un benefico influsso risolutore.

In tale spirito mi sento fiducioso nella serena certezza di un generale coinvolgimento volto ad convogliare il sentimento di tutti verso un comune obbiettivo di pacifica prosperità. Con animo commosso auguro: buon Natale, Tremiti.

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2 Commenti

  1. se un angolo di terra tremitese potesse parlare……….
    ben venga la raccolta differenziata, i tremitesi onesti la sapranno fare sicuramente, vivono in continente, non nascondiamocelo, per buona parte dell’anno…e lì fanno ciò che la legge prevede.
    il problema non è la raccolta, ma lo smaltimento…..E qualche recente ex politico tremitese con le …mani ” in immondizia”…dovrebbe farsi l’esame di coscienza…sotto sotto………..

  2. E I PROVENTI DELLA TASSA DI SOGGIORNO???
    + che la raccolta differenziata vista la ridotta estensione di san domino e san nicola si dovrebbe fare la raccolta porta a porta, sopratutto per alberghi e ristoranti.La raccolta differenziata porta a pota sicuramente porterebbe un abbassamento delle attuali tariffe RSU a carico degli utenti.

    Infine, che anche i proventi della tassa di soggiorno dovrebbero servire ad abbellire le isole.
    Ma che fine hanno fatto???