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TERMOLI – Lo scorso 17 ottobre si è consumata l’ennesima mortificazione a danno della cittadinanza termolese. Si è tenuto, infatti, il consiglio regionale che avrebbe dovuto decidere, sic et simpliciter, se respingere o meno la variante al PRG di Termoli, variante che spianerebbe la strada alla realizzazione della famigerata riqualificazione di S. Antonio con annesso tunnel, opera ormai nota col nome di “Grande Scempio”.
La cittadinanza di Termoli questo si attendeva dal consiglio regionale: che si esprimesse chiaramente, senza infingimenti e ipocrisie di sorta. Dobbiamo purtroppo rilevare che è andata invece in scena una commedia beffarda e confusa. Infatti, come ben sanno la totalità dei consiglieri regionali, comodamente assisi sui loro scranni, entro la fine di questo mese scadrà il termine di 90 giorni che consentirebbe l’approvazione della variante al PRG in regime di silenzio/assenso.
Se dovesse verificarsi questa circostanza, a nostra avviso gravissima e ignobile, saremmo legittimati a pensare e a denunciare con vigore l’esistenza di una contiguità politica della giunta Toma con la giunta Frattura. Poiché, diversamente non si spiega il motivo per cui il consiglio regionale e poi la commissione competente -a cui è stata successivamente demandata la decisione sul da farsi- discettano di tutto tranne del fatto saliente, ovvero, che il consiglio regionale è l’organo sovrano che deve infine decidere se approvare o respingere la variante. Il resto è “aria fritta”, appaiono solo dei diversivi con cui qualcuno pensa di mettere nel sacco chi, da ormai più di tre anni e con tutti i mezzi possibili, sta tentando di contrastare un’opera dannosa e inutile per Termoli e per tutta la popolazione molisana.
Il governatore Toma lancia sacrosante invettive contro l’autoritarismo e la scarsa sensibilità democratica da parte del sindaco di Termoli nel concedere il referendum alla cittadinanza, affinché questa possa decidere sulla realizzazione o meno dell’opera. Tutto assolutamente giusto, seppure tardivo, poiché il presidente della giunta regionale sa benissimo che se non sospende in consiglio regionale, entro il 29 ottobre, gli effetti del silenzio/assenso, che darebbe approvazione alla variante, non ci sarebbero più tempi tecnici e politici perché possa realizzarsi alcun referendum cittadino. Pertanto, verificheremo presto se le accorate dichiarazioni del governatore produrranno atti formali coerenti e conseguenti con quanto dichiara o se si tratta solo di una sceneggiata “in salsa molisana”.
Sappiano lor signori, consiglieri e assessori, che i tempi stringono e atteggiamenti pilateschi e dilatori non incantano e non verranno ingoiati senza colpo ferire, anzi, verranno pesantemente stigmatizzati tra la popolazione molisana. A tal proposito, è stata già lanciata per lunedì 29 ottobre p.v., presso la sala S. Timoteo di Termoli, una grande assemblea pubblica, in cui si parlerà proprio degli ultimi accadimenti regionali e delle relative responsabilità politiche.
Attenti e determinati come non mai, verificheremo in questi giorni cosa produrrà l’assise regionale e se si esprimerà in merito alla variante al PRG – con l’occasione è stato diffidato il presidente del consiglio regionale ad adempiere ai suoi doveri istituzionali. Inoltre, incalzeremo anche il sindaco di Termoli con la rapida convocazione di un consiglio comunale monotematico in tema di referendum, ove verificare cosa pensa la maggioranza circa l’energico indirizzo del governatore di mettere in opera questo istituto democratico prima di realizzare il “grande scempio”.
Per il Comitato e il Coordinamento No Tunnel
Prof. Nino Barone