CAMPOBASSO – “Michè, ci siamo”. Recitava così lo slogan di Frattura in campagna elettorale. Promessa mantenuta, il centro sinistra destra con la giornata di ieri in Consiglio Regionale, sulla questione delle nomine negli enti sub regionali, ha dimostrato, per l’ennesima volta, di essere in forte continuità con i metodi, la filosofia e il modo di gestire la cosa pubblica. La tanto decantata novità della “diversità di governo”, si infrange sulle chiacchere di questi cento e passa giorni in cui il film a cui assistiamo è la copia conforme di quanto visto e subito in passato. Non basta ammantare con qualche spruzzata di rosso antico un governo regionale nato nel trasformismo politico più bieco e deleterio possibile. Abbiamo assistito al ripetersi di “notti dai lunghi coltelli” di memoria dorotea.
Ore ed ore di rinvii del Consiglio Regionale il cui ruolo è stato svilito da quanti, allora, ne rivendicavano la centralità per arrivare a spartirsi i primi consigli di amministrazioni e consegnare al Presidente del Consiglio il ruolo notarile, di un accordo fuori da consiglio, da emanare con i decreti di nomina entro la giornata di oggi. Un’altra “perla amministrativa” di questo governo si aggiunge a quelle composte fino ad oggi. A “ciascuno il suo”, direbbe Sciascia, in cui la politica e l’economia molisane, l’amministrazione delle cosa pubblica e i partiti politici vengono degradati da protagonisti di cambiamento sociale a gestori personali di risorse pubbliche, di articoli 7, di stipendi da manager. Qui ed ora senza tentennamenti.
In antitesi, ai problemi della gente comune, dei lavoratori della Solagrital, della Itierre, dello Zuccherificio del Molise, delle comunità Montane, delle aziende dei nuclei industriali e non, del reddito minimo di inserimento per i giovani disoccupati, concedono tavoli di “concertazione” a perdere, rinvii, viaggi a Roma in improbabili tavoli ministeriali, interpretazioni di norme, lacrimosi comunicati di solidarietà istituzionali, utili solo a coprire la vergogna di una incapacità di governo che sta diventando cronica.
E a fianco di questa cronicità si stagliano figure di nuovi giovani “sinistrati” che hanno preteso, e avuto, l’aggio atteso di una stagione di disponibilità a dire “tutto e il contrario di tutto”, sempre proni a calpestare il drappo rosso incautamente consegnato a compimento del loro viaggio verso il socialismo di conio venafrano. Noi di Rivoluzione Democratica, non ci siamo messi in vendita, e ci attrezzeremo, a partire dai giorni di agosto con l’appuntamento di Montecilfone, a creare le condizioni per costruire una forte, attiva opposizione sociale facendo appello ad una alleanza tra tutte le forze che hanno combattuto prima Iorio e oggi il suo clone Paolo Di laura Frattura.