TERMOLI _ Una delle ultime a chiudere i battenti è stata la centrale della Bg Italia Power gestita dalla Edison. La centrale per anni aveva prodotto energia elettrica immessa nella rete e aveva fornito vapore alla Vibac e alla Fiat del Nucleo Industriale di Termoli. La centrale è solo l’ultimo esempio di una lunga lista di aziende che abbandonano il Nucleo Industriale di Termoli in cerca di un luogo migliore dove continuare le loro produzioni. C’è stato il periodo della rinuncia da parte delle imprese artigiane impossibilitate a proseguire la loro attività a Termoli a causa del costo del lavoro e della mancanza quasi totale di servizi offerti dal Nucleo industriale.

C’è stato poi il periodo della grandi casse integrazioni da parte dei Big del Nucleo come la Fiat, la Momentive, la Guala, la Mare Pronto. Ma quello che è più grave è che al Consorzio della Valle del Biferno da oltre quindici anni non si è insediata più alcuna azienda e la desolazione regna sovrana. Buche grandi come crateri, asfalto devastato da carichi dei Tir, pozzetti aperti, canali intasati. Questo è il quadro desolante che appare a chi oggi fa un giro nel nostro Nucleo Industriale, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello produttivo della nostra Regione. Il Nucleo avrebbe dovuto essere tenuto in maggiore considerazione dopo la terribile alluvione del 2003 e invece oggi gli argini del fiume Biferno sono intasati da ogni sorta di vegetazione nonostante sia stato approvato e finanziato un progetto di consolidamento del fiume e molti tecnici siano già stati pagati.

Il progetto è fermo. Le imprese presenti sul territorio si lamentano per la mancanza di videosorveglianza, per cui sono stati spesi 400mila euro ma l’impianto non è funzionante. Più di una volta le aziende hanno protestato per la difficoltà di smaltimento dei rifiuti. I furti di rame e di acciaio nella zona del Nucleo Industriale sono all’ordine del giorno. E la nota forse più dolente è la mancanza di un metodo serio di controllo delle emissioni delle fabbriche, per i cittadini e soprattutto per tutte quelle persone che ogni giorno lavorano al nucleo industriale. Spesso le emissioni di alcune di queste imprese vengono direttamente associate all’insorgere e all’incrementarsi di malattie tumorali a Termoli e nei paesi limitrofi.

Io non voglio più tutto questo, io voglio che nei programmi dei politici e degli amministratori il Nucleo industriale di Termoli sia una priorità e ritorni ad essere volano di sviluppo dell’economia di Termoli e del Basso Molise. Voglio che l’area del Consorzio Valle del Biferno possa accogliere imprese e aziende garantendo loro i servizi necessari e il Nucleo industriale possa essere motore propulsore di formazione per le nuove generazioni e di innovazione delle nuove imprese. Io voglio ripartire dal lavoro per dare dignità agli imprenditori e ai giovani di questa terra.

Andrea Casolino

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