Ururi
URURI_Antonio Cammisa, prima di morire, aveva chiesto la mano di Yonula Tinu, la giovane rumena di 27 anni che insieme all’amica di 32, viveva da qualche settimana nella sua casa. E la ventisettenne aveva accettato la proposta di matrimonio con entusiasmo. “In primis” per sfuggire alla vita di stenti e privazioni che aveva condotto in Romania e che avevano segnato profondamente la sua infanzia e poi per assicurarsi un futuro di tranquillità. Lo ha rivelato dal carcere di Chieti dove è rinchiusa da oltre un mese e mezzo la straniera al suo legale di fiducia Valentina Flocco.

Secondo il suo avvocato Yonula Tinu si sarebbe trovata bene in casa dell’anziano che accudiva quotidianamente. Lei non percepiva uno stipendio ma l’anziano le permetteva di vivere con tranquillità sia a lei che alla connazionale.

Per la ragazza Antonio Cammisa rappresentava la svolta della sua vita di povertà _ ha detto l’avvocato Flocco _ per cui era suo interesse che rimanesse in vita. La Yonula quella fatidica notte si trovava da sola nel tinello mentre Antonio Cammisa con l’altra rumena erano in salotto, molto distante rispetto al tinello. Le due stanze erano separate da un lungo corridoio”. Alle orecchie della ventisettenne sarebbe giunto solo qualche rumore e null’altro, niente insomma che potesse ricondurre alla presenza di ladri in casa incappucciati.

Yonula Tinu, fino a questo momento, avrebbe attivamente collaborato con la Procura di Larino che ha svolto un enorme lavoro in brevissimo tempo riuscendo in tal modo a districare l’omicidio ed ha intenzione di rispondere questa mattina alle numerose domande del Sostituto Procuratore Luca Venturi per chiarire ulteriormente la sua posizione giudiziaria. Per il suo avvocato sarebbe “estranea” ai fatti contestati ma in ogni caso sarà il giudice a decidere il “da farsi”. I genitori della rumena fino a questo momento hanno consegnato agli inquirenti frentani numerosi documenti richiesti per ricostruire la vita della ragazza fino al momento dell’arrivo in casa Cammisa ad Ururi. “La giovane non si è mai prestata a lavori discutibili _ ha aggiunto ancora il suo legale _ ma ha sicuramente avuto una vita difficile fatta di disagi economici. In Cammisa aveva trovato un’ancora di speranza per cui non aveva un movente per il suo omicidio ma, al contrario, era interessata a sposarlo ed a sistemarsi nella sua casa”.

L’avvocato Flocco impegnata quotidianamente nella difesa della rumena, ieri l’altro si è recata a Roma presso i Ris per verificare a che punto fosse l’attività info-investigativa sugli oggetti sequestrati nell’abitazione del pensionato. “Si tratta di due coltelli ed un cucchiaio di legno _ ha proseguito la Flocco _ che sono già stati catalogati con l’apertura dell’indagine. Sono in corso gli accertamenti scientifici. Sono stati anche effettuati degli esami sub-ungueali alla vittima per accertare eventuali residui di sangue o altro materiale sotto le unghie. Bisognerà attendere ancora per gli esiti. In ogni caso sono fiduciosa”.

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