myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623

La battaglia di una figlia per garantire i diritti del padre disabile.

Autobus Termoli
La stazione di Termoli e la fermata degli autobus urbani

TERMOLI – In un’epoca in cui si parla tanto di inclusione e diritti civili, la realtà di Termoli, a volte, sembra andare in direzione opposta. Isabella Tarantini, in una lettera firmata inviata in redazione, racconta la sua esperienza quotidiana di ostacoli e negligenze in una città che si dimentica dei suoi cittadini più vulnerabili.

La storia di Isabella e di suo padre, Tonino, inizia con la difficoltà di muoversi dalla propria abitazione: un ascensore troppo piccolo per una carrozzina e la necessità di smontarla ogni volta per uscire di casa, con tutte le fatiche che questo comporta. Aggiungendo a ciò la fibromialgia di Isabella, ogni uscita diventa un’impresa.

La situazione non migliora all’esterno: marciapiedi inadeguati e auto parcheggiate senza riguardo complicano ulteriormente gli spostamenti. Isabella, con la determinazione di chi lotta per amore, affronta questi ostacoli quotidiani per garantire a suo padre le uscite di cui ha bisogno per la sua condizione di malato di Alzheimer.

La ricerca di una soluzione tramite il servizio di trasporto pubblico per disabili si è rivelata un vicolo cieco. La responsabile del servizio, contattata da Isabella, si è dimostrata non solo poco informata ma anche incapace di fornire una risposta concreta alle richieste di assistenza. La promessa di una chiamata di ritorno è rimasta lettera morta, così come è stata ignorata una successiva richiesta formale tramite PEC.

Isabella, nel suo appello, non dimentica di ricordare la figura di suo padre, uomo che ha contribuito significativamente alla comunità di Termoli, fornendo servizi gratuitamente e con passione. Questa storia personale mette in luce un problema più grande di accessibilità e rispetto per i diritti dei disabili.

La testimonianza di Isabella Tarantini è un campanello d’allarme per tutta la comunità di Termoli e per le istituzioni locali. È un appello a non dimenticare il valore del contributo civico delle persone con disabilità e dei loro familiari, che chiedono semplicemente di poter vivere in una città accessibile e inclusiva.

La lettera firmata:

“Non è un paese per… disabili”
Questa storia comincia per me un po’ di tempo fa… ma per qualcuno… DA SEMPRE!
Da qualche tempo ho mio padre in carrozzina ma di quelle particolari, col poggiatesta e un complesso sistema di bascule; una carrozzina piuttosto pesante ma è quella che si deve utilizzare per via della frattura che ha delle prime vertebre cervicali; premesso che già per uscire di casa è un’impresa: siamo al 5° piano e con un ascensore in cui una carrozzina non entra! per questo io devo smontarla letteralmente, con mio padre sopra (un omone di 1 metro e 80 e per quanto magrissimo comunque ha un certo peso!), poi con tutta la mia forza sollevarlo  e questo solo per riuscire a raggiungere il piano terra. (e ...questa dell’ascensore… è un’altra storia… altrettanto penosa!)

E a questo punto, che è solo l’inizio, io sono già stanca! Ma nonostante le mie varie patologie, tra cui la fibromialgia, spingo mio padre su per le salite che incontro appena fuori di casa e mi dirigo verso il centro. 

Lo faccio perché è mio padre…perché ha l’Alzheimer ed ora la sua unica esigenza è quella di uscire; 
per cui…lo faccio col cuore ma soffrendo, e neanche tanto in silenzio, tanto che dovrei già essere stata scomunicata a quest’ora!! Marciapiedi dissestati, radici degli alberi che fuoriescono, scivoli fatti male o mancanti, strisce pedonali che finiscono con marciapiedi alti 30 cm, macchine parcheggiate selvaggiamente in ogni dove…sui marciapiedi, sulle strisce pedonali o sugli scivoli e… dulcis in fundo… nei posti riservati ai disabili… senza averne diritto!

Ma sentite questa che è la parte più indicibile:

Più di un mese fa, visto che queste uscite mi affaticano non poco, penso di affidarmi ai mezzi pubblici…altrimenti prima o poi mi viene un infarto!! E così chiamo il Comune di Termoli per avere gli orari e i dettagli sul servizio di trasporto pubblico “per disabili” (e n.b. trovo indegno anche solo doverlo specificare!); una signorina, dopo aver chiesto un po’ in giro nel suo ufficio, mi dice che non compete loro questa questione ma una tizia, responsabile di questo servizio, della società che effettua trasporto pubblico a Termoli. Mi gira il suo numero e la chiamo.

Con mia enorme sorpresa, alla mia domanda su orari e disponibilità di mezzi che effettuano servizio su territorio urbano e che abbiano le caratteristiche idonee ad una persona con disabilità, ricevo una risposta imbarazzante!... che lei non ne aveva contezza!! “Come? Scusi?” Quella che mi dicono essere la responsabile di questo servizio “pubblico” non ne ha la più pallida idea!? Dopo un qualche suo farfugliare inutili giustificazioni…che sono in attesa di rinnovare il parco macchine, etc. il mio tono comincia ad essere un po’ indignato e chiedo ancora che mi dia gli orari e gli autobus che hanno questa maledetta pedana per i disabili! Mi rendo anche disponibile a portare mio padre in una via adiacente quella nostra di casa per semplificare la cosa; essendo una strada con maggiore viabilità magari c’è più possibilità di trovare un autobus idoneo. 

E qui viene il bello!! Se non fosse tragico ci sarebbe veramente da ridere!! Mi dice di mettermi alla fermata ed aspettare l’autobus… e SE HO FORTUNA!!!... magari becco l’autobus con la pedana per i disabili.

“Ma scherza?!?”  Rimango senza parole per qualche istante poi incalzo nuovamente, un po’ più che indignata! e la Signora allora mi dice che avrebbe consultato una persona e mi avrebbe richiamata nel pomeriggio. 

MAI PIU’ SENTITA!!

Dopo una settimana, scrivo una PEC alla stessa società di trasporti e per conoscenza al Comune; qualche giorno dopo chiamo il tizio del Comune che aveva risposto alla mia mail indicandomi il suo recapito e pregandomi di contattarlo; mi dice che se ne sarebbe occupato e avrebbe chiesto spiegazioni alla società in questione, essendo anche lui rimasto basito di fronte alla risposta assurda che avevo ricevuto; 

beh…da quel dì non ho più sentito neppure lui; passati diversi giorni decido di ricontattarlo io…non mi risponde e tanto meno mi richiama! SENZA PAROLE!

 E, in tutto ciò, la società dei trasporti NON ha MAI risposto alla mia mail!

Ora io vorrei spendere qualche parola su mio padre, i più anziani se lo ricordano bene. Tutti lo chiamano Tonino, e insieme al fratello Marcello, tanti decenni or sono, in questo paese ha portato la televisione e la radio nelle nostre case. E già! Mio padre si è arrampicato sui tetti delle case della maggior parte di noi per montare le antenne, spaccandosi la schiena e spendendosi senza riposo e, tante volte, per suo buon cuore, lo ha fatto in maniera assolutamente gratuita; correva anche di domenica se qualche vecchietto lo chiamava disperato perché magari aveva toccato qualcosa e non riusciva più a vedere i canali della tv oppure per andare a riparare le radio (i baracchini) sui pescherecci per consentire ai marinai di poter comunicare con la terraferma e con le loro famiglie a casa. 

Papà lo faceva con la passione del grande tecnico e radioamatore che è stato, ma sopra ogni cosa col cuore e col grande senso civico che ha sempre contraddistinto lui e pure mia madre, grande donna, solare, instancabile, generosa; anche lei era sempre pronta ad aiutare chi era in difficoltà; e a noi figli hanno appunto insegnato questo: il rispetto, il senso civico, a non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie e a difendere i diritti dei più deboli, di quelli non fortunati come noi;

Per questo vorrei che fosse riconosciuta a mio padre la dignità che merita, come uomo e come persona che per più di mezzo secolo si è spesa senza sosta per questa comunità, a lui come ad ogni altra persona che per qualsivoglia motivo viene, ancora oggi, discriminata!

E a quelli che… non mostrano interesse, rispetto ed attenzione nei confronti delle persone più fragili e delle loro problematiche posso solo che regalar loro una citazione di Dante: “fatti non foste a viver come bruti”.

Buone feste
Isabella Tarantini

Articolo precedenteUna luce per gli invisibili: fiaccolata a Termoli per la morte tragica di un giovane senza dimora
Articolo successivoTermoli, il tuffo di capodanno più caldo di sempre