TERMOLI _ Bisogna votare sì ai 4 quesiti del referendum del 12 e 13 giugno perché votare sì significa lottare per un unico obiettivo, quello di proteggere e di garantire la vita delle persone. Sì alla gestione pubblica dell’acqua che può garantire l’accesso di tutti ad un bene così importante per la vita umana. Noi termolesi sappiamo bene quanto sia ingiusto pagare l’acqua perché lo scorso dicembre, per le note vicende di inquinamento, abbiamo dovuto preparare il caffè e il brodo di Natale con l’acqua minerale comprata a caro prezzo. Chi è interessato alla compravendita dell’acqua e alla produzione di quantità enormi di energia sono le società multinazionali, le potenti lobbies che con i loro ingenti capitali hanno l’arroganza di poter fare affari e di comprare tutto in nome del profitto, messo al primo posto della scala dei valori. In nome di questa logica perversa vengono calpestati i principi e i diritti fondamentali della vita e della sopravvivenza delle popolazioni. Se vincesse il no, paradossalmente, si acconsentirebbe alla svendita di quei diritti. Per quanto riguarda il nucleare, poi, il tentativo di venire in possesso di ingenti quantità di energia da gestire per qualsiasi fine, aumenterebbe smisuratamente il potere delle grandi compagnie energetiche e getterebbe ombre minacciose sulla vita di tutti.

Noi termolesi siamo direttamente chiamati in causa per via del sito scelto per l’impianto di una centrale; il sito di Termoli è ritenuto perfetto perché pianeggiante e vicino ad un mare Adriatico calmo come l’olio, che non desta sospetti di tzunami e terremoti. E’ una menzogna! Tutti ricordano l’alluvione e il terribile terremoto di alcuni anni fa, per non parlare delle calamità naturali che hanno interessato il Molise nei secoli scorsi. Il quarto quesito referendario, quello sul legittimo impedimento, riguarda i politici e sembrerebbe non avere a che fare con il suddetto discorso. Ma a ben riflettere non è così. Il senso di responsabilità della classe politica nei confronti dei popolo sovrano è un concetto che è stato ripetutamente svuotato di significato e ignorato dai politici. I politici devono garantire il bene pubblico, sorvegliare lo svolgersi ordinato della vita dei cittadini e produrre leggi appropriate per migliorarla, il vero scopo della loro elezione. Ma quando, in nome del profitto personale, i politici travalicano il limite della legalità è giusto che ci siano provvedimenti che rimettano le cose a posto e li riconducano ai loro doveri e siano messi sullo stesso piano giuridico del comune cittadino.

Garantire una sorta di immunità alle più alte cariche dello Stato significa garantire la loro impunità quando disattendono ai loro doveri, quando si comportano al di fuori della legge e quando le loro scelte sono contrarie all’interesse generale dei cittadini. Oltre alla innocua impunità per le loro miserrime imprese di letto, potrebbero ottenerla per delitti ben più gravi, come quelli relativi alla consegna dell’acqua, del territorio e della salute dei cittadini a chiunque paghi le mazzette più alte. Il Referendum del 12 e 13 Giugno è uno strumento di democrazia diretta e rappresenta la possibilità di non essere complici di una classe politica volgare e sprezzante delle regole democratiche dello Stato di diritto. Per queste ragioni il comitato cittadino di Partecipazione Democratica di Termoli invita tutti i cittadini a votare senza esitazione SI ai 4 quesiti del referendum del 12 e 13 giugno.

Gabriele Vitale (segretario cittadino di Partecipazione Democratica di Termoli)

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