dislessiaTERMOLI – Considerato dai docenti di una scuola media di Termoli un elemento di disturbo della classe, una “pecora nera” con poca voglia di studiare. Ed invece, era solo un ragazzino dislessico di cui nessun docente si era reso conto. Lo denuncia la madre del ragazzo, di 14 anni, dimorante in città,che richiama l’attenzione di docenti e coordinatori didattici del posto ad una maggiore attenzione nei confronti della dislessia e delle esigenze di tali alunni, spesso poco capiti in classe, scambiati per persone iperattive, svogliate o, nel peggiore dei casi, per studenti con poca voglia di studiare, demotivandoli e portandoli all’abbandono della scuola.
 
E’ quanto accaduto al quattordicenne termolese che ha terminato l’anno scolastico lo scorso mese di giugno in preda ad una profonda depressione. Il minore, già vittima di un incidente stradale grave che lo aveva costretto a vari interventi chirurgici per le gravissime lesioni riportate, grazie alla caparbietà della madre, è ora seguito da specialisti in grado di motivarlo e permettergli di proseguire gli studi con maggiore sicurezza e tranquillità.

I problemi scolastici sono iniziati all’inizio dello scorso anno scolastico con la terza media – ha dichiarato la madre del minore, anch’essa di Termoli -. Mio figlio a 12 anni è stato investito da un’auto che poi è fuggita e lui non si è mai ripreso completamente da questo grave episodio che lo ha lasciato con una dismetria alla gamba destra dopo 2 interventi chirurgici di ricostruzione di un ginocchio a Bologna. Se ci si aggiunge anche una miopia congenita ad un occhio dalla nascita, si può capire che, per lui, non è stato affatto facile inserirsi a scuola. In terza media, però, la situazione è peggiorata. Il ragazzino era considerato un cattivo alunno che non voleva studiare. Addirittura alcuni commenti di professori nei suoi confronti mi hanno ferita profondamente. Per gli insegnanti era una specie di pecora nera. Problemi continui con le interrogazioni, con i compiti a casa e nei comportamenti con gli altri compagni. Nessuno aveva capito nulla. La stessa preside mi ha contattata per sottopormi la questione ma io non ho mai creduto alle loro tesi. Mi sono rivolta privatamente ad una psicologa del posto che si è subito resa conto, dopo i primi test, della sua patologia. Il ragazzo soffre di disgrafia e disturbo specifico dell’apprendimento. Lo scorso mese di marzo la prima diagnosi di Dsa confermata dall’Asrem che gli ha riconosciuto il sostegno scolastico della legge 104/92. Ora è seguito da specialisti ed avrà un piano di studi personalizzato. Ma per arrivare a questo abbiamo passato entrambi un lungo periodo che ricordo come un incubo”.

Il calvario prima personale e poi scolastico del quattordicenne, durato anni, ha convinto la madre a rivolgersi all’associazione nazionale di dislessia con la quale è in contatto. “Ho iscritto mio figlio al Liceo pedagogico di Guglionesi i cui docenti sono preparati per affrontare queste situazioni – ha concluso la donna -, ma sono molto amareggiata per quanto accaduto nella scuola media a cui era iscritto e dalla quale mio figlio ne è uscito frustrato e convinto di non valere niente. Il percorso, ora, per il suo recupero è in salita ma si affronta con una nuova consapevolezza e con il supporto di chi è professionalmente preparato. La mia caparbietà e fiducia in lui mi hanno permesso di andare fino in fondo e salvarlo dall’abbandono scolastico”.

La donna con il supporto dell’associazione nazionale vuole sensibilizzare al problema che vivono molti bambini e ragazzini, spesso incompresi dagli stessi educatori. 

Sulla vicenda la preside si difende. “Fare una diagnosi di dislessia non spetta alla scuola” dice la dirigente della scuola media Matilde Tartaglia interpellata sulla vicenda del minore di 14 anni, affetto da dislessia ma incompreso dai docenti che lo avevano “bollato” come un elemento di disturbo della classe, un cattivo alunno.

Io ho seguito questo ragazzo solo al terzo anno e, per quello che è stato fatto nei 2 anni precedenti, non posso rispondere – ha proseguito la coordinatrice scolastica -. Per quello che mi riguarda, nel momento in cui il problema comportamentale di questo alunno è stato posto alla mia attenzione, ho fatto subito chiamare la madre a cui è stato chiesto di intervenire. Noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare per lui anche accogliendo la psicologa che ha fatto la diagnosi di dislessia che è venuta a sottoporci un piano di studi per il ragazzo. Di più non si poteva fare”.

La preside in riferimento alla mancata comprensione da parte dei docenti della scuola media della problematica del minore “assolve” i professori. “Nel 2010 con la riforma, a Termoli sono stati fatti dei corsi di formazione per i docenti per cui ho piena fiducia negli insegnanti e nel loro operato”. 

Il vice sindaco Maria Concetta Chimisso, preside dell’Istituto Alberghiero di Termoli spiega: “Quante ingiustizie si sono portate avanti nei confronti dei bambini ed adolescenti dislessici, scambiati per bambini svogliati, pigri e con poca voglia di studiare. E’ un fenomeno piuttosto diffuso, bisogna accettarlo. Su questo argomento lo scorso anno è stato fatto un progetto con il primo circolo.  Alle famiglie dico che la diagnosi precoce è motivo di serenità per il futuro. Per come sono composte le nostre scuole non è previsto il sostegno. Però, in genere, applicare una didattica differenziata su un alunno, c’è un miglioramento per tutta la classe”. 

Negli ultimi 2 anni, sono 5 le famiglie che si sono rivolte all’assessorato comunale alle politiche sociali per informazioni su come organizzare la didattica ed altro. A Termoli, attualmente, c’è l’Asrem che si occupa della diagnosi della dislessia, sia un centro-laboratorio privato in centro. 

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa

41 Commenti

  1. precisazione
    Vorrei segnalare a chi ha scritto l’articolo, che le ultime righe riportano un’informazione parziale, in quanto a Termoli, da diversi anni, le valutazioni dei DSA vengono effettuate privatamente anche presso altri studi professionali, da professionisti qualificati e non solo presso quello menzionato.

  2. DSA è una caratteristica!
    Occorre precisare che la dislessia è una caratteristica neurobiologia e non una patologia. La scuola adotta un piano didattico personalizzato che non è altro che il rispetto di un diverso modo di apprendere. Per questi studenti non è necessario il sostegno in quanto ragazzi intelligenti. Laddove c’è il DSA non può esserci il sostegno. Una cosa esclude l’altra. Sono certa che il ragazzo saprà riscattarsi al più presto.

  3. Corsi di aggiornamento
    Giorgio Carmosino Si parla di corsi di aggiornamenti ma non credo che ci sia stata tutta questa attenzione durante i corsi dato i risultati ! Poi i professori fungono da educatori ma a quanto pare in questa vicenda non mi sembra che abbiano svolto questo ruolo, anzi se non quello di demotivare questo ragazzo! Ma che io sappia non esiste un coordinatore dsa? Ma….. Forse era ancora al corso di aggiornamento…..

  4. Silvia
    Premetto dicendo che bisogna essere prima umani e poi professionali e puntualizzo professionali, in quanto di professionalità davvero poca ne vedo. Facile puntare il dito e dar la colpa a chi ha il problema, che in realtà problema non è. Più facile demotivare che prendersi le proprie responsabilità. La scuola è nata per questo, insegnare, segnare un percorso, dare direzioni, strade, scelte. È lì dove c’è un presunto problema allora cosa succede? Il ragazzo viene abbandonato ? È cosa significa “fare la diagnosi della dislessia non spetta alla scuola?” Esistono specializzati in materia che studiano il caso ma il professore dovrebbe essere il primo a capire che il problema c’è. Non bisogna essere esperti n materia per capire se un ragazzo è dislessico o meno, è evidente. È non è un deficit ma una piccola difficoltà nell’apprendimento del linguaggio scritto. Lì dove c’è difficoltà nell’apprendimento del ragazzo e non c’è coinvolgimento da parte dei professori, c’è allontanamento. Non sentirsi aiutato ma denigrato comporta automaticamente il distacco del ragazzo che non si sente accettato. Assolvere i professori, ma assolverli da cosa, lì dove c’era la difficioltà ne hanno messa altra sopra. Facile puntare il dito e non assumersi le proprie responsabilità. Più formazione ci vuole e soprattutto più umanità.

  5. Puntualizzaizone!
    Non è assolutamente possibile che durante un percorso scolastico degli insegnanti non si siano accorti della dislessia di un proprio alunno…….. e se questo ragazzo non avesse avuto una mamma così in gamba e tenace che l’avesse supportato e seguito che fine avrebbe fatto???? che stima avrebbe avuto di se stesso????
    La scuola funge come osservatore dei nostri figli e il suo primo insegnamento è quello di trasmettere la fiducia in se stessi deve valorizzare i ragazzi specialmente quelli che hanno più difficoltà. La capacità degli insegnanti e del dirigente si vede quando riescono a far emergere le potenzialità degli stessi

  6. ma…..
    Secondo la Legge 170/2010 prevede che in ogni scuola ci sia un coordinatore d.s.a. e difatti il piano individuale viene firmato sia dai genitori che dal coordinatore! Mi chiedo in risposta alla preside che “Fare una diagnosi di dislessia non spetta alla scuola” , in questo caso il coordinatore dato che avrà seguito sicuramente il corso di formazione secondo sempre la legge ha appreso come si può riconoscere un dislessico???……. E come in questo caso non se ne resa conto???? Ma è sicuro che i docenti hanno seguito questi corsi???

    Sempre in riferimento alla risposta del dirigente “ Noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare per lui anche accogliendo la psicologa che ha fatto la diagnosi di dislessia che è venuta a sottoporci un piano di studi per il ragazzo.
    Il piano di studio non viene redatto dal collegio dei docenti???
    E poi secondo sempre la legge la psicologa è tenuta ad essere ricevuta specialmente quando c’è una diagnosi del genere!!! Quindi è inutile che vogliamo giustificarci l’errore è stato fatto!!! E mi auguro che sia l’ultimo dei tanti…….. auguri per il ragazzo……

  7. Diritti e Doveri
    Troppo facile pulirsi le mani dicendo di aver seguito il caso solo l’ultimo anno, se ci fosse stato più interesse sul caso da parte della preside e più informazione sulla vicenda sono certo che la nomina di “pecora nera” associata al ragazzo in quanto ritenuto elemento di disturbo man mano si sarebbe annullata, ma a quanto pare è stato conveniente pulirsene subito le mani per non mettersi in cattiva luce.Il caso andava seguito con più attenzione e scrupolo questo è quello che voglio dire alla Preside e agli ex docenti del ragazzo.Fortunatamente ha accanto una madre che non si è arresa e che ha lottato per i diritti del proprio figlio in maniera tale da garantirgli un futuro sereno e non da “PECORA NERA”.Per quanto riguarda i corsi di preparazione e formazione dei docenti evidentemente o non sono stati formati bene oppure hanno preferito fare finta di niente e fare la strada più corta. Ci vuole maggiore tutela e attenzione per questi casi e non lasciare tutto allo sbaraglio.

  8. pensiero…
    Non ho parole per la risposta della preside…della serie non è il primo non sarà l ultimo,cosa vuoi che sia!svegliatevi perché voi insegnanti passate molto molto tempo con i vostri alunni.non mettete pezze a colore cercate di comprendere i ragazzi e aiutarli.loro hanno bisogno dei genitori ed anche degl insegnanti per crescere bene.

  9. cosa dice la legge
    In qualità di avvocato che si batte per la tutela dei ragazzi DSA tengo a precisare cosa dice la normativa.
    Tra le finalità della Legge 170/2010 vi è anche quella di favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi.
    La legge specifica che è compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7, comma 1.
    Il D.M. 5669/2011 stabilisce altresì che le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie le eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge 170/2010.
    Da ultimo la Direttiva 27.12.12 prevede che anche in assenza di diagnosi DSA, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.

  10. impiegato
    tutto questo è assurdo, la maggior parte degli insegnanti non ha le competenze per riconoscere o meno se un alunno presenta qualche difficoltà che sia di apprendimento, di integrazione, di socializzazione e altro, loro si limitano a portare a casa le ore lavorative non curandosi di tutto quello che servirebbe per fare in modo che ogni alunno si integri al meglio nella società e nella classe. Io penso che se nelle classi non si riesce a comprendere il comportamento degli alunni e agire di conseguenza per aiutarli, è inutile parlare di corsi di aggiornamento dei docenti, a che servono se dopo non si riesce ad aiutare nessuno? soprattutto nella scuola ci vuole molta umanità perchè è dalla scuola che si impara, non solo lo studio, ma anche come affrontare la vita del domani con gli annessi problemi…ci sarebbe da dire tanto ma il concetto è più competenza ma soprattutto, come ho detto prima, tanta UMANITA’, che a volte anche solo questa può fare più che dei corsi di aggiornamento….in bocca al lupo per il ragazzo.

  11. una mamma
    penso che i primi a doversi accorge della DSA debbano essere proprio i docenti e quindi segnalarlo ai genitori con umanità e gentilezza…Non dimentichiamoci che la scuola per i nostri figli dovrebbe essere la loro seconda casa ..ma spesso sono solo deivoti

  12. presunzione…
    Penso che il più delle volte, nelle nostre professioni, ci sia poca umiltà. In questa circostanza, purtroppo, nonostante sia argomento attualissimo, ci sia stata ignoranza e, forse, malafede. Fortunatamente ci sono professionisti ed associazioni che funzionano. Auguri al ragazzo per il suo futuro!

  13. sign.a
    Sono contenta per questo ragazzo che, finalmente, è riuscito a trovare una soluzione al suo problema. Una soluzione che gli restituisce fiducia nelle sue capacità e che non lo fa più sentire inferiore ai suoi coetanei.
    Voglio fare a lui, e a tutti i ragazzi come lui, tantissimi auguri.

  14. non funziona più niente in questa povera Italia
    Io credo che il compito della scuola non sia solo quello di scolarizzare ma di educare aiutare a crescere!ma se tutte le scuole sono così!?!?! Siamo messi proprio male! Un ragazzo dislessico demoralizzato e trattato i n questa maniera!!!! Vergogna!!!

  15. non funziona più niente in questa povera Italia
    La scuola non ha solo l obbligo di scolarizzare ma quello di educare e far in modo che tutti gli alunni siano trattati con eguaglianza e talora ci fossero problemi essere i primi ad occuparsi di risolverli! Nel caso di questa scuola VERGOGNA un ragazzo non va bollato come pecora nera va aiutato va capito il perché lui si comporta cosi! Io mi auguro che sia un episodio isolato! Altrimenti in questa Italia ormai sull’ orlo del precipizio rimane solo il fondo!

    • indignata
      Sono complettamente daccordo con Rachele;La scuola non ha solo l obbligo di scolarizzare ma quello di educare e far in modo che tutti gli alunni siano trattati con eguaglianza e talora ci fossero problemi essere i primi ad occuparsi di risolverli! Nel caso di questa scuola VERGOGNA un ragazzo non va bollato come pecora nera va aiutato va capito il perché lui si comporta cosi! VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA A QUESTA SCUOLA!!!

  16. considerazione
    che dire …. non ho parole!!!
    Non è concepibile che nella scuola, al giorno d’oggi, un ragazzo con evidenti problemi di apprendimento, venga bollato come “somaro” e non si indaghi a fondo per capire la ragione di tali problemi.

  17. mamma
    vorrei fare i complimenti a questa mamma che si è battuta per il proprio figlio come una leonessa ed aggiungo che la sostengo in pieno, in quanto la scuola, è come tutte le altre istituzioni che: “PREDICA BENE E RAZZOLA MALE” essa infatti dice “CI DEVE ESSERE COLLABORAZIONE TRA SCUOLA E FAMIGLIA!” ma quando un genitore avverte che c’è qualcosa che non va nel proprio figlio e si reca presso l’Istituto per esporre il disagio evidenziato, per gli insegnanti è tutto sminuito, tutto insignificante cercando mille attenuanti per ignorare il problema poi dopo qualche minuto ti congedano “E CHI SI E’ VISTO SI E’ VISTO”

  18. Signora
    Dopo aver letto questo articolo credo che la mancanza più grave venga dai docenti o meglio dagli educatori che dovrebbero sostituirsi ai genitori durante le ore di lezione nell’educazione e nello sviluppo dei ragazzi… Essendo la dislessia un problema comune tra i ragazzi credo che quanto meno, al manifestarsi dei primi sintomi, i docenti dovrebbero porsi il dubbio che ci possa essere qualcosa sotto e documentarsi o cercare di affrontare il problema il prima possibile sia col ragazzo che con la famiglia invece di sminuire e denigrare una personalità in fase di formazione… Di certo mettere le mani davanti agli occhi e far finta di non vedere, sentire e capire non è la strada giusta per aiutare i ragazzi… Fortuna che la mamma ha avuto la forza e la possibilità di battersi contro tutti a difesa del figlio ..

  19. signora
    faccio tanti auguri al ragazzo, che non meritava certo umiliazioni e offese per un problema non compreso!meno male che il forte amore di una mamma porta a indagare e quindi ai migliori risultati. sono certa che ora sarà più sereno, fiducioso nelle sue capacità e darà così il massimo di sè. Auguri e bacioni.

  20. “Bollato” dai professori come “pecora nera” della classe. Era dislessico
    problema diffuso e le vere “pecore nere” sono sono Genitori e Docenti, ma quello che dovevano cercare di fare i Professori (analizzare-scoprire e capire le “difficoltà” dell’allievo), è toccato farlo alla Madre , lasciata sola dai trasmettitori del “Sapere”(gli Insegnanti),per i quali troppo spesso è più semplice e meno faticoso creare un “ovile ” di “pecore nere”.Ma la colpa non si può dare tutta ai docenti, i quali dovrebbero essere più preparati e sensibilizzati elle problematiche degli allievi con Bisogni Educativi Speciali, quindi la scuola necessità sempre meno “Professori del sapere”(Morti che parlano) e più “Educatori del sapere” dove il primo posto è dato alle persone e non ai “numeri”.

  21. madre di un alunno
    Invito gli insegnanti a farsi un esame di coscienza su quanto accaduto, chissà quanti altri casi ci sono e passano inosservati. Egregi insegnanti dovreste calarvi un pò di più nel vostro ruolo di analizzare e scoprire le difficoltà degli alunni.Mi viene da pensare: se non ci fosse stata l’accortezza e la determinazione della mamma come sarebbe finita?

  22. Ragioniera
    Vergognoso! Non voglio neanche immaginare che calvario abbiano passato madre e figlio! E mi chiedo come sia stato possibile che nessun maestro, o professore non abbia riconosciuto sintomi di questa patologia! Secondo me c’è stata una grande superficialità e in molti insegnanti non c’è più passione e amore nel loro lavoro come un tempo dove l insegnante si sedeva vicino e ti guardava negli occhi! È giusto che chi è stato incompetente paghi! Grande mamma e forza figlio

  23. commessa
    Ciao, sono mamma di due gemelli di cui uno con problemi lievi sullo stato degli apprendimenti. Voglio dire che è una vera vergogna. Sono stata chiamata dalla scuola x portare ilpiccolo presso la logopedista dell’Asur del paese ma la lista d’attesa dura circa un anno. Nel frattempo mi sono mossa da sola presso centri non convenzionati. Quando ci hanno chiamati abbiamo effettuato tutti i test ed è emerso difficoltà di lettura e di controllo ortografico. La conclusione dice che
    la situazione rientra nel quadro riferibile ai Bisogni Educativi Speciali ( BES) x cui la scuola deve attivare misure compensative e dispensive nonché tutte le indicazioni della Direttiva Ministeriale del 27 / 12 / 2012.

  24. indignata
    I professori sono i professionisti che dovrebbero collaborare con le famiglie qualora si verificasse un problema con un alunno ma soprattutto capire di cosa si tratta. Ma evidentemente non sono così bravi!! È più facile ghettizzare chi ha difficoltà!

  25. senza parole
    sono veramente indignata su quanto accaduto a questo ragazzino, non è accettabile una cosa del genere specialmente di questi tempi. Sono proprio curiosa di sapere cosa sarebbe accaduto se al posto suo ci fosse stato il figlio/a di qualche professore o della preside.

  26. Pensiero..
    È opportuno accertarsi che i corsi di formazione non siano soltanto dei pro forma, come troppo spesso accade, e che gli insegnanti ne abbiano realmente compreso il contenuto..sarebbe inoltre il caso che gli insegnanti cominciassero a giudicare gli alunni per quello che realmente sono e valgono e non per quello che, sulla base di troppo radicati ed errati schemi mentali,credono che valgano..

  27. superiori
    È una vergogna che nelle nostre scuole ancora succedono queste cose dovrebbero essere gli insegnanti a capire se i nostri figli hanno dei problemi e collaborare insieme hai genitori.
    Sono veramente dispiaciuta per questo ragazzo.

  28. STOP ALLE INGIUSTIZIE
    L’Associazione“D.S.A.-Dislessia,un limite da superare” non poteva ignorare questa storia che ci testimonia che c’è ancora tanta strada da percorrere,ancora troppe lacune nelle scuole. E’ avvilente e inammissibile doversi affidare alla buona sorte di insegnanti sensibili e di buona volontà e/o alla caparbietà di un genitore costretto a lottare per vedere rispettati i diritti del proprio figlio e salvaguardarlo dall’Istituzione scuola che, se non formata, lascia ferite indelebili che segnano la vita di questi ragazzi dalle grandi potenzialità,ma contrastati da preconcetti e pigrizia di chi dovrebbe sapere.E’ vero che fare diagnosi di dislessia non spetta alla scuola,ma è anche vero che la scuola deve essere formata per individuarne i segnali,mettere quanto prima in atto strategie metodologiche/didattiche efficaci per evitare, come in questo caso, depressione e abbandono scolastico. Come Associazione di famiglie, che vivono questa problematica sulla propria pelle, siamo solidali e ci complimentiamo con la mamma “caparbia” che è riuscita a far rifiorire il suo ragazzo e per questo continueremo tenaci nel portare avanti la nostra “mission”.
    Si precisa, per corretta informazione, che nell’articolo impropriamente si parla di patologia, mentre i D.S.A. sono una caratteristica e che per i ragazzi con D.S.A. non è previsto il sostegno,ma la Legge 170/2010 che prevede un percorso di studio flessibile con obiettivi pari al resto della classe.

  29. Coraggio
    Scusate, ma chi avrebbe dovuto accorgersi della dislessia del ragazzo se non la scuola ? Se non avesse avuto una mamma presente e combattiva come lei ,che cosa sarebbe successo? La scuola non solo ha il compito di trasmettere i saperi ma di formare futuri cittadini e i professori essere da ponte tra scuola e famiglia per qualsiasi problema senza mai ghettizzare…..Vergogna per i professori e stima e ammirazione per la mamma…forza e ad maiora….

  30. Riguardo
    La maggioranza dei casi chi soffre di disturbi dell’apprendimento ha un quoziente intellettivo pari o superiore alla media e se viene diagnosticato un disturbo dell’apprendimento, il bambino avrà bisogno del sostegno emotivo di tutti i professori. I disturbi dell’apprendimento sono spesso accompagnati da ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), una sindrome caratterizzata da iperattività, impulsività e incapacità di concentrazione. Ma bisogna ricordare che questi disturbi non hanno niente a che vedere con l’intelligenza. Genitori, chiedete la collaborazione degli insegnanti. Potrebbero far sedere vostro figlio in prima fila e concedergli più tempo per finire gli esercizi. Potrebbero anche dargli istruzioni sia per iscritto che a voce, e privilegiare le prove orali, valorizzare i punti di forza di vostro figlio stimolando qualsiasi attitudine o talento abbia, lodarlo per ogni buon risultato, anche se minimo.
    Non c’è dubbio che per un ragazzo è importante saper leggere, scrivere e fare calcoli. State certi che vostro figlio, dovutamente aiutato e stimolato, può imparare, anche se forse lo farà in modo diverso dagli altri e ci metterà

  31. Considerazione
    Dopo aver letto questi commenti, la prima cosa che mi viene in mente è: noi genitori mettiamo al mondo i nostri figli, li cresciamo con sacrifici e poi arrivano ad intraprendere il percorso scolastico e vengono demotivati da certi insegnanti che secondo me o non sanno che significa essere genitori oppure sono talmente indifferenti dinnanzi a ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento come il dislessico e disinformati su quali siano le modalità e strumenti per poter affrontare la quotidianità scolastica di questi ragazzi. Ricordiamoci che la prima cosa per un ragazzo dislessico è la mancanza di autostima e questi professori non hanno fatto altro che calcare di più questo aspetto! Spero che ci sia un intervento più incisivo dagli interlocutori più alti su questa storia perché sicuramente ci sono tanti altri ragazzi e le loro famiglie che vivono questo trattamento in silenzio!!!

  32. Ed io pago
    Ancora una volta è sempre il popolo a pagare per l’incompetenza di qualcuno.Solo che in questo caso,purtroppo,a pagare è un ragazzino.E cosa più brutta è che accade in un luogo dove si sarebbe dovuto sentire al sicuro,dove sarebbe dovuto essere stato aiutato e compreso.La SCUOLA.La verità è che,chi si ritrova a svolgere determinate mansioni ed a rivestire determinati ruoli,non sempre è adatto.Mi domando e dico….Ma chi ce le ha messe li quelle persone.Non capire cosa accade ad un alunno,è veramente grave.Avrei voluto vedere se fosse capitato ad uno deu loro figli.Almeno abbiate la bontà di scusarvi,di rimediare.No.Cornuto e mazziato.Brava la mamma che porta avanti questa battaglia.Hai anche il mio appoggio per continuare a ferti e a farci valere.

  33. Diploma scuola superiore
    La scuola ha il dovere di individuare itinerari di apprendimento per ciascun alunno e gli insegnanti dovrebbero conoscere e osservare le capacità cognitive degli allievi adottando metodologie e strumenti in rapporto alle esigenze individuali di apprendimento…e non dimentichiamo che la continuità nella scuola prevede uno studio approfondito del percorso dell’alunno nelle sue varie fasi di crescita scolastica in stretto rapporto con quella familiare e sociale.
    L’insegnante dovrebbe operare come in una “missione”,deve essere persuasivo,coinvolgente e quando sente che non c’è riscontro da parte degli alunni deve andare a capire se c’è qualche problematica di fondo.
    Senza voler accusare nessuno…qualche mancanza c’è stata e la cosa peggiore è che non si può assolutamente tacciare nessuno con l’appellativo di “PECORA NERA”!

  34. Laura56
    È una cosa scandalosa non capisco come hanno fatto a non accorgersi di niente…bisogna assumersi le proprie responsabilità e ci vuole giustizia….credo che questo bimbo ne abbia già passate tante!!! Auguro davvero buona fortuna

  35. diploma superiore
    purtroppo anche mio figlio per anni si è sentito bollare come uno che non studiava… il primo anno alle superiori è stato un inferno , abbiamo cambiato scuola e solo l’intuizione di una dottoressa ci ha portati a fare le prove che hanno certificato la dislessia . molti insegnanti non sono in grado di gestire e riconoscere un disagio da DSA .. il risultato sono commenti del Tipo ” suo figlio è un ragazzo indisponente” è- ” è Intelligente ma non si applica, è svogliato” – pensa solo a suonare il flauto e a cantare .. – la mia risposta “ma non conosce la musica e non sa inserire le note nel pentagramma .. come fa a suonare il flauto ?” ” Signora vuole mettere in dubbio il mio giudizio???? ma lei non è neanche laureata… ” … perchè non fate un bel repulisti di questi insegnanti che hanno preso la laurea con la raccolta punti del supermercato ? la mia professoressa di Inglese, che Dio l’abbia in Gloria, mi disse ” Ricorda Nives l’indisponenza di un alunno è la scusa degli insegnati incapaci di gestire e insegnare ..”

  36. mamma di Niccolò
    purtroppo succede persino, nella scuola pubblica, che alcuni professori neghino le diagnosi. E’ successo a mio figlio, certificato discalculico e disgrafico dalla terza elementare, alla scuola media Fermi di Livorno. Qui la professoressa di matematica, per “invogliarlo” a impegnarsi in matematica, adottò la strategia di ridurgli drasticamente il voto in scienze!

  37. Laureata
    io sono stata persino offesa da una professoressa del liceo scientifico”ALFANO” …. nella sala professori da soli mi ha detto “suo figlio non parla mai della mamma nei compiti”lasciandomi basita e senza parole pertanto incapace di rispondere che alle superiori non si fanno più i compiti sulla mamma e di trascinarla dal direttore didattico che all’epoca si chiamava Preside.I professori forse pensano che la gente è ignorante e loro possono scaricare le loro frustrazioni sui nostri figli.Poi chissà perchè i loro figli vanno sempre tanto bene a scuola!!!!!!