CAMPOBASSO _ La drammatica crisi economica e sociale che ha colpito il Molise, evidenzia che un quarto della popolazione è prossimo o al di sotto della soglia di povertà secondo gli indicatori dell’ISTAT. Purtroppo le difficoltà gravi in cui versano vari comparti produttivi spingono progressivamente nuove fasce di lavoratori verso la cassa integrazione, la mobilità e quindi la disoccupazione, spesso in età avanzata, con un basso titolo di studio, una famiglia a carico e scarsissime possibilità di reimpiego. L’edilizia, l’agricoltura, il socio-sanitario, l’artigianato ed ovviamente anche il commercio al dettaglio, comprese le librerie, scontano il calo di consumi e la scarsità di liquidi che costringe le famiglie a un risparmio obbligato.
In pratica la crisi porta altra crisi in un circolo vizioso che allarga a macchia d’olio i disagi con lotte tra poveri e scontri progressivi che traggono origine dalla medesima causa. In un simile contesto si colloca la vicenda del mercatino del libro usato che meritoriamente gli studenti hanno promosso rendendo possibile a tanti ragazzi e a tante famiglie la possibilità di avere a disposizione i libri di testo su cui studiare.
L’alternativa, e lo dico ai commercianti che hanno protestato, non è tra un antologia vecchia e una nuova, perché non c’è alcuna madre, che potendoselo permettere non opterebbe per far studiare il figlio su un libro nuovo. L’alternativa all’usato, spesso, è tra avere un testo o non averlo, o ritirare i ragazzi dalle scuole. E’ chiaro che molti commercianti sono a rischio chiusura dei propri esercizi per via delle imposte elevate e dal magro fatturato, ma la questione non si risolve mandando la Guardia di Finanza sulle bancarelle di ragazzi di 18 anni che stanno svolgendo una funzione sociale encomiabile, sostituendosi anche alle istituzioni pubbliche in tutt’altre faccende affaccendate.
Si apra un confronto con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Pubblica Istruzione, si verifichi se possono essere implementate le poste nel Bilancio Regionale, in favore del diritto allo studio, rimborsando le famiglie meno abbienti e favorendo in tal modo anche gli esercenti commerciali di questo settore, Si alzi il tiro e si ponga il problema sui tavoli giusti e nelle sedi preposte. Altrimenti, a partire da me, saremo in tanti ad autodenunciarci insieme ai giovani delle associazioni studentesche che non stanno facendo nulla di male.
Michele Petraroia