Oreste Campopiano
Non si sono ancora spenti i riflettori sul G8 dell’Aquila, che gia’ l’on. Di Pietro,avviando la macchina organizzativa del suo Partito in vista del congresso di primavera,ha fatto sentire il suo ruggito contro il Governo nazionale e contro quella che ha definito “la Politica alla Vanna Marchi, quella della vendita di fumo”.
Che l’on. Di Pietro attacchi il governo Berlusconi non è una notizia. Cio’ che costituisce una preoccupante novita’ e’ invece la sua entrata a gambe unite contro l’ attuale classe dirigente molisana, con le seguenti inequivoche parole: ”… il Molise che noi vogliamo e’ il Molise che si libera da questa politica del malaffare…Qui e’ un continuo bollettino giudiziario tra rinvii a giudizio, richieste di rinvio a giudizio ed avvisi di garanzia…”
Con queste affermazioni egli ha di fatto avviato la campagna elettorale dell’ IDV per le prossime regionali e lo ha fatto alla sua maniera, diretta, ruvida, utilizzando sapientemente i clamori mediatici delle vicende giudiziarie che vedono coinvolta parte della attuale classe dirigente.
Ma c’e’ un altro elemento di novita’, che costituisce a mio giudizio il fatto davvero nuovo e cioe’ che, per la prima volta, l’on. Di Pietro ha coinvolto in questo suo attacco frontale, anche la leadership regionale. Evidentemente, terminata la fase dello “svuotamento” del PD ( operato in sospetta coincidenza da destra e da sinistra) l’on. Di Pietro ha voluto dare un messaggio chiaro, posizionando il suo esercito al fronte, ancor prima che il PD si potesse riorganizzare sul territorio ( la fase del commissariamento non sara’ presumibilmente breve).
Orbene se nel centro sinistra (sconfitto) il quadro si va delineando, qualche preoccupazione francamente mi assale se penso a cio’ che sta accadendo in quella vasta e per certi aspetti composita area moderata, che vede nel PDL, il suo partito guida.
Le elezioni europee e quelle amministrative del 6 e 7 giugno scorsi hanno fornito indicazioni tanto chiare, quanto disomogenee. Se invero il risultato del PDL alle europee si e’ posto in linea con quello del collegio sud ( 42% circa) e nei Comuni ove e’ stato presentato il simbolo ( Riccia, Cercemaggiore, Campomarino e Trivento) il PDL ha raccolto solo sconfitte, una ragione dovra’ pur esserci.
E allora, non sarebbe il caso di avviare una seria riflessione sui numeri, senza timori e senza infingimenti e di accelerare, nel contempo, il percorso di definizione degli organi collegiali del nuovo Partito? Non e’ il caso di costruire anche in Molise un Partito che sappia rappresentare le singole realta’ territoriali, ritrovare il consenso e la partecipazione della gente; che sia capace di dialogare al suo interno e di confrontarsi all’esterno; che faccia prevalere le ragioni di condivisione rispetto a quelle di divisione; che sappia stimolare il sentimento e non il risentimento, la passione per la politica militante; che sappia in definitiva unire e non dividere, ricercare le mediazioni laddove necessario, soddisfare i bisogni dei deboli e premiare i piu’ meritevoli. Avverto, caro Presidente, scricchiolii sinistri nel sistema, malumori, nervosismi eccessivi, segnali di una nuova possibile ondata giustizialista forte, concreta,concorrente, concentrica.
Chi ha tempo non aspetti tempo, perche’ altrimenti, come diceva il teologo anglicano Hooker vissuto nel ‘600 “… colui che cerca di persuadere una moltitudine che il loro governo non e’ buono quanto vorrebbero, non manchera’ mai di ascoltatori attenti e favorevoli”.
Non so se l’on. Di Pietro conosca il teologo citato, ma certamente e’ pienamente consapevole della concretezza e della attualita’ del suo pur datato messaggio.
avv.Oreste Campopiano
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2 Commenti

  1. Soli si perde
    Caro Oreste, ti ostini (e questo è bene) a predicare nel deserto e, cosa meno produttiva, lo fai da solo. Chi ti è amico vuole portarti in un progetto serio ed allargato, dove la tua, la mia e le voci di tanti altri potranno trovare adeguata cassa di risonanza, sostanza e forza propositiva. Stamattina dovevi fare qualcosa? Io ora sono partito.