HTermoliRepartoCAMPOBASSO – Sulla sanità in generale e sulla sanità pubblica regionale in particolare, la Fp e la Cgil Molise avevano già lanciato, nel novembre 2011, l’allarme. Allora, pubblicamente, denunciavano che senza alcun confronto (sembra una prassi in Molise, sic!!!) venivano tagliati, alla sanità pubblica, 416 posti letto per acuti, senza alcuna riconversione in posti letto post-acuti. Denunciavano, inoltre, che dal 1996 al 2011, la sanità pubblica aveva perso ben 617 posti letto ospedalieri, mentre la sanità privata ne aveva guadagnato ben 251, in particolare nel campo della Riabilitazione.
In altri termini, in quel lasso di tempo, la sanità pubblica si era dimezzata, mentre la sanità privata si era più che raddoppiata. Era stata attuata, dal governo regionale in quel tempo in carica, una selvaggia privatizzazione del servizio sanitario molisano. Da qui, il caos sulla mancanza di posti letto e gli intasamenti dei pronto soccorso.

Con i Programmi Operativi Straordinari (POS), almeno nelle “pie intenzioni”, si cerca di riequilibrare il rapporto tra ospedale e territorio, da un lato, e tra sanità pubblica e sanità privata, dall’altro, ma contemporaneamente si continua l’opera di impoverimento e di depotenziamento della sanità pubblica entrando a gamba tesa con il progetto di integrazione tra il Cardarelli e la Fondazione con l’istituzione dell’Ospedale Unico, nonché lasciando gli Ospedali pubblici in una preoccupante e non più sostenibile carenza di personale che mette a rischio il diritto alla salute.

Tre considerazioni. La prima a carattere generale: i tagli operati dal Governo centrale al Fondo Sanitario Nazionale per 6,7 miliardi di euro (2,3 per il 2015 e 4,4 per il 2016) rende più che evidente un attacco al Servizio Sanitario Nazionale pubblico e, quindi, al diritto alla salute e alle cure per tutti i cittadini. Ne consegue che i tagli operati incideranno maggiormente sulle Regioni sottoposte a Piano di Rientro, come il Molise, che molto probabilmente inasprirà ancor di più le già insostenibili addizionali IRPEF. La seconda a carattere regionale: c’è il rischio che la sanità pubblica molisana venga sostituita, seppur gradualmente ma continuamente e costantemente, da quella privata.
La terza, sempre a carattere regionale: si sta cercando di far passare l’operazione di integrazione tra il Cardarelli e la Fondazione come una questione di sicurezza, di organizzazione e di spazi, ma la Fp e la Cgil Molise sospettano che le cose non stanno esattamente in quei termini.

La sanità pubblica deve essere fortemente riqualificata, migliorando le prestazioni e riqualificando professionalmente il Cardarelli, e risolvendo in modo diverso da quello scelto nei POS l’errore di accreditamento, fatto precedentemente, della Cardiologia e dell’Oncologia medica alla ex Cattolica.
La Fp e la Cgil Molise chiedono alla Regione Molise e al Commissario di offrire ai cittadini la certezza che si investa con coraggio nella sanità pubblica, per garantire maggiori servizi, qualitativamente più alti e, soprattutto, accessibili a ogni fascia sociale.

Se così non fosse, la Fp e la Cgil Molise valuteranno le modalità e i tempi più opportuni per opporsi e contrastare un disegno che vede il sistema pubblico, universale ed equo, depotenziato e/o attaccato.
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