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35 anni di poesie in vernacolo termolese.
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Saverio Metere presenta: "35 anni di poesie in vernacolo termolese" (galleria fotografica)
TERMOLI – “Il tempo passa in fretta all’ombra d’a mazze du’ castille. Trentacinque anni dalla prima pubblicazione sono una bella fetta di vita. Arrivato all’età in cui di solito si fa un bilancio della propria vita, ho ripreso in mano la mia produzione poetica per ripensare al profondo rapporto che mi ha sempre legato al mio paese natale. 

Ho raccolto perciò in un unico volume tutte le poesie edite ed inedite (oltre 200 in vernacolo e 50 poesie scelte in lingua) per proporre al lettore i risultati della mia riflessione”. Saverio Metere parla così del suo ultimo libro: “35 anni di poesie in vernacolo termolese. Il paese, la politica, la società, l’amore”. L’opera è stata presentata nel Museo d’arte contemporanea di Termoli, lo scorso 10 agosto ed ha ricevuto sin da subìto un ottimo apprezzamento da parte dei termolesi.

“I motivi per cui ho scritto questo libro sono molteplici – ha detto ancora Saverio Metere -. Il primo, forse il più importante si riferisce al fatto che i giovani non conoscono la storia del proprio paese. Gli usi, i costumi, le usanze, sono subìto e non vissute con la passione dei padri. Chi conosce ad esempio Il Largo della Crocettà? O si ricorda che in pieno centro, ai lati di corso nazionale c’era una bellissima villa comunale con piante, alberi di querce e di abeti? Chi sono San Basso e San Timoteo o come era il paese vecchio? Molti termolesi non conoscono neanche il vernacolo perché nelle loro famiglie si parla l’italiano a volte intervallato da parole termolesi italianizzate col rischio di far dimenticare le proprie origini e tradizioni. L’idioma è un segno di riconoscimento. E’ la mia lingua madre che usavo quando ero bambino. E spesso la uso ancora come espressione della mia identità”. 

Il lavoro si sviluppa con una carrellata di poesie ed un poemetto di 158 quartine in endecasillabi costituito da due atti dal titolo: Na notte de Natale. Una notte magica in cui personaggi termolesi, poeti e politici passati a miglior vita danno dei giudizi critici sul paese.Abbiamo voluto dedicare cinque pagine all’amico Fernando Lanzone, scomparso di recente, nel cinquantesimo dell’inaugurazione del suo ristorante La Torretta – ha detto ancora l’autore -. Il lavoro si conclude con oltre 50 poesie in lingua, una parte delle quali che ha per titolo Dedicate a…., ha per tema l’amore”. 

Il libro è stato presentato dal sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, dallo storico, giornalista e scrittore Antonio D’Ambrosio ex Presidente del Consiglio regionale del Molise, da Alberto Montano medico cardiologo già sindaco di Termoli e Presidente del Consiglio Comunale, dal creativo Stefano Leone. Moderatrice dell’evento, la giornalista professionista Antonella Salvatore che introducendo i vari interventi, ha letto una lettera a firma di Achille Pace, l’artista termolese tra i più famosi d’Italia, tra i fondatori del “Gruppo Uno” e del “Premio Termoli”, mostra nazionale d’arte contemporanea, considerata uno degli eventi punti di riferimento dell’estate in Italia.

Impossibilitato a prendere parte alla presentazione del libro di Metere, ha inviato una lunga missiva in cui non ha lesinato polemiche all’indirizzo dell’Amministrazione comunale in merito proprio al Premio Termoli. 

Presenti al Macte numerosi amici di Saverio Metere che hanno seguito con attenzione il suo intervento intervallato dalla letture di numerose poesie tra cui una dedicata alla figlia Lisa, scritta nel giorno del suo 18mo compleanno. Un pensiero anche alla moglie Lalla, da poco scomparsa, ricordata da Stefano Leone. 

Il dialetto, o meglio il vernacolo, ci fa riconoscere. E’ una specie di carta d’identità che fa comprendere la regione d’appartenenza, il paese d’origine. Con questo libro, quindi, intendo mantenere vive, insieme al vernacolo, anche le tradizioni termolesi. Dal punto di vista estetico, quello ereditato dal passato è affascinante per ricchezza lessicale e per una musicalità, dolce ed aspra nello stesso tempo”. 

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