CAMPOBASSO _ Esprimo profondo rammarico per il taglio “giornalistico” che il Servizio pubblico nazionale ha inteso dare, nella recente trasmissione televisiva “Report”, alla descrizione di atti e fatti relativi alla vita politica del Molise, in nome del diritto-dovere d’informazione. E’ evidente il malcelato tentativo di incastonare ogni argomento trattato nel citato servizio, in una matrice di illegalità e di malaffare. Questo non è accettabile. Gli errori commessi nella storia amministrativa della nostra regione, non legittimano la strumentalizzazione giustizialista che vuole dipingere le nostre istituzioni sotto un’ombra delinquenziale.

E ciò, non credo casualmente, alla vigilia di una attesa pronuncia del Consiglio di Stato sulla presunta irregolarità formale nella presentazione di alcune liste alle scorse elezioni regionali. Irregolarità formali, appunto. Non già “firme false” come artatamente divulgato dalla dottoressa Gabanelli per voler rimarcare un inesistente ulteriore profilo di illegalità. Auspico che la politica tutta e gli organi di informazione degni di tale nome ritrovino presto la strada maestra, nell’interesse collettivo. Se la Politica non può limitarsi a perseguire obiettivi unicamente demolitori, il Giornalismo non dovrebbe operare con sterile velleità denigratoria non supportata da approfondimenti e riscontri sempre lucidi e obiettivi.

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2 Commenti

  1. scasserra
    assessore, capisco ogni difesa d’ufficio da parte di personaggi che in questi 10 anni di governo iorio ne hanno fatto parte costruendo, o forse bisognerebbe dire distruggendo, il molise, ma lei che è relativamente nuovo e che potrebbe essere quasi immune dalle responsabilità di tutto questo scempio, avrebbe fatto meglio a stare in religioso silenzio. non ne possiamo più di tutto questo e se la rai nazionale da risalto alle porcherie molisane messe in atto da chi ha responsabilità politiche, poco importa se sono firme false (e potrebbero essere) o irregolarità formali…. sempre irregolari sono state le elezioni, quindi anche la sua elezione, che è caduta nel calderone di chi pensava di essere impunibile e al di sopra della legge e delle regole.