Sergio Sorella
TERMOLI – E’ partita la nuova vessazione nei confronti dei lavoratori della scuola. Il DPR 122 del 4 settembre 2013 ha  bloccato nuovamente il Contratto nazionale per tutti i dipendenti pubblici anche per gli anni 2013 e 2014. Non solo: gli scatti di anzianità vengono bloccati nuovamente per il 2013. Dunque gli stipendi rimarranno privi di progressione per il 2012 (anno già bloccato con precedente provvedimento) e per il 2013.

Al danno di aggiunge la beffa,infatti, il MEF, con nota del 27 dicembre, ha comunicato che a partire dalla rata di gennaio 2014, bisognerà restituire i soldi percepiti. Numerosi lavoratori che hanno maturato nel 2013 il diritto allo scatto di anzianità (già con un anno di ritardo a causa del blocco dell’anno 2012) passando, di conseguenza, alla classe stipendiale successiva e percependo il relativo aumento, si vedranno decurtate di ben € 150,00 al mese le somme riscosse a tale titolo e subiranno la retrocessione della posizione stipendiale. Ed ancora: quelli che aspettavano lo scatto e il relativo aumento stipendiale da gennaio 2014 (in ritardo di un anno sempre per il blocco dell’anno 2012), oltre a non aver alcun aumento stipendiale, vedranno modificata la data di maturazione dello scatto, con differimento di un ulteriore anno.

Ecco alcuni esempi di cosa succederà in concreto sul piano giuridico ed economico:

  1. Chi è scattato a gennaio 2013, già con un anno di ritardo (blocco 2012),  ha avuto solo ad aprile 2013 l’attribuzione degli scatti con arretrati, a gennaio 2014 manterrà lo scatto ma dovrà restituire i soldi percepiti in più nell’anno 2013.
  2. Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013, sempre con differimento di un anno, a gennaio 2014 verrà retrocesso come posizione stipendiale e dovrà restituire i soldi percepiti in più da settembre 2013. In questo caso solo a settembre 2014 avrà lo scatto a causa del congelamento degli anni 2012 e 2013.
  3. Tutti i lavoratori interessati troveranno inserito nel cedolino dello stipendio di gennaio un messaggio che comunica loro il recupero dei soldi percepiti in più, suddiviso in rate mensili da 150 euro, fino alla concorrenza del debito.

La cosa ancora più grave è per chi, ad esempio, aveva programmato il pensionamento da settembre 2014 perché finalmente aveva maturato lo scatto. Questi lavoratori qualora rientrino nel secondo caso dovranno rimanere un altro anno per poter vantare, sia sul trattamento pensionistico che sulla buonuscita, lo scatto tanto agognato. Si sta verificando, ancora una volta,  un pesante intervento sui diritti acquisiti dei lavoratori della scuola, che saranno costretti a restituire le somme legittimamente e giustamente percepite.

Se a questo aggiungiamo la determinazione della Ragioneria provinciale di Campobasso di ripristinare le vecchie modalità di restituzione dei contributi sospesi per il terremoto, il dato diventa drammatico. A partire da gennaio in busta paga  molti lavoratori della scuola avranno almeno 300 € in meno, dovendo restituire  i contributi sospesi con rate di 150-200 euro.

Basta vessare gli insegnati e gli ATA! Occorrono  investimenti nell’istruzione  e nella formazione a partire dall’innalzamento degli stipendi dei lavoratori della scuola, che risultano tra i più bassi d’Europa.

Il segretario regionale

Sergio Sorella

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