
Inoltre, il consigliere Chieffo chiede di sapere “se anche altri centri di ricerca o di alta specializzazione convenzionati hanno di fatto sospeso l’erogazione delle prestazioni sanitarie in attesa di sottoscrivere la convenzione per l’anno in corso e quali iniziative si intendono adottare al fine di garantire con immediatezza il ripristino delle prestazioni sanitarie in questione. Infine, se per evitare anche per gli anni successivi gli inconvenienti citati, è possibile ipotizzare in sede di stipula della convenzione l’applicazione di una clausola di salvaguardia, almeno per i pazienti già ammessi ad un protocollo terapeutico nel terzo trimestre dell’anno precedente (in modo da salvaguardare e tutelare il percorso terapeutico sanitario), che impone alle aziende convenzionate l’obbligo di non sospendere l’erogazione delle prestazioni sanitarie, e per contro garantisce loro il rimborso delle stesse in ragione del costo storico riferito all’anno precedente”.
“La sospensione dell’erogazione di tali prestazioni sanitarie – spiega il consigliere Chieffo – comporta per tutti coloro che seguono il protocollo terapeutico in questione, l’obbligo di rivolgersi ad altre strutture sanitarie esterne al fine di ottenere la remissione totale della patologia di cui sono affetti. Tra le prestazioni sospese dalla Fondazione, si annoverano tra l’altro quelle relative alla chemioterapia di cui ai protocolli terapeutici di seconda e terza linea, erogati dal Dipartimento Oncologico ai pazienti neoplastici, importantissimi per garantire la guarigione da particolari e gravi patologie tumorali, a causa della attuale non copertura dei relativi costi con il sistema di rimborso a DRG, previsto dalla Regione Molise. La riduzione di tali prestazioni da parte della Fondazione costituisce per l’intera regione Molise, oltre ad un grave danno ai pazienti, anche un danno all’immagine del polo di alta specializzazione esistente nel Molise, e che di fatto determina una riduzione della mobilità attiva con un corrispondente incremento della mobilità passiva, con conseguente danno irreparabile alla già precaria situazione economica in cui versa la sanità locale.
La riduzione delle prestazioni, inoltre, rappresenta un grave danno per i pazienti, i quali sono costretti a cercare fuori Regione altri centri specialistici in grado di assicurare loro la continuità della prestazione sanitaria specialistica nel pieno rispetto del protocollo terapeutico, aggravando di fatto, tra l’altro, anche i costi sanitari della Regione Molise che si vedrà ridotto il saldo in sede di compensazione interregionale. Tale situazione sembra essersi determinata a seguito non già del taglio apportato alla spesa per la sanità dovuta alla necessità di ripianare il deficit in cui la stessa versa, bensì al fatto che a tutt’oggi non è stata ancora attivato presso la Regione Molise il cosiddetto “Flusso F” previsto dal Testo Unico per la Compensazione Interregionale della mobilità Sanitaria, così come fatto da tutte le altre Regioni d’Italia, dal momento che tale attivazione consentirebbe da una parte alle strutture sanitarie convenzione e pagate a DRG di recuperare il costo intero dei farmaci antiblastici somministrati ed alla Regione Molise di poter recuperare tali costi, determinati in mobilità attiva, in sede di compensazione con le altre Regioni”.