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ISERNIA – Si e’ svolto sabato un incontro tra i vertici della Provincia di Isernia di Forza Italia, UDC e Fratelli d’Italia. Alla riunione, tenutasi all’Hotel Europa, erano presenti per Forza Italia Forte Ivan e Raimondo Fabrizio, per l’Unione di Centro Mimmo Izzi e per Fratelli d’Italia Alessandro Altopiedi.
Un’occasione utile intanto per ribadire il sostegno al Sindaco di Longano, Antonio Ditri, impegnato per l’elezione del Presidente della Provincia di Isernia che vedrà tutti gli amministratori in carica dei comuni del territorio provinciale impegnati al voto il prossimo 26 novembre.
Un metodo, quello che ha portato alla scelta di Ditri, avvenuta attraverso un coinvolgimento partecipativo al processo decisionale di tutti i Sindaci di centro destra, che è sintomatico di una nuova visione, di condivisa concertazione contro ogni forma di candidatura “imposta”, portata avanti dai partiti di centro destra al fine di evitare gli errori del passato e che non è escluso possa essere utilizzato, con forme e tempi ancora da delineare, in vista delle elezioni comunali di Isernia, previste nella primavera del prossimo anno.
I rappresentanti dei tre partiti hanno altresì colto l’occasione dell’incontro per esprimere pieno e convinto apprezzamento verso le iniziative portate avanti dall’ANM Molise per scongiurare la paventata soppressione del distretto giudiziario molisano.
Una soppressione che comporterebbe la chiusura di fondamentali presidi di legalità in una Regione come la nostra su cui già da tempo, ed in maniera per fortuna limitata dall’ottima azione delle forze dello Stato, si estende la longa manus della criminalità proveniente da Puglia e Campania.
Un provvedimento che, laddove approvato, genererebbe inoltre effetti economici e sociali disastrosi per la comunità molisana oltre a costituire il probabile primo passo verso un riordino delle Regioni che metterebbe anche in seria discussione la sopravvivenza stessa del Molise.
In effetti, la chiusura della Corte d’appello determinerebbe a cascata un pericoloso circolo vizioso con la conseguente chiusura di numerosi uffici pubblici e la fisiologica contrazione di attività private (banche, assicurazioni, esercizi commerciali, libere professioni) con il rischio di desertificare demograficamente ed economicamente un territorio, quello molisano, già pesantemente colpito dalla crisi economica che ne ha distrutto i principali poli occupazionali.