LARINO _ Viene da chiedersi se nel nostro Paese bisogna comportarsi necessariamente come gli abitanti di Terzigno perché le istanze di una popolazione riescano ad ottenere attenzione e risultati. La risposta evidentemente è: si. E’ da circa due anni che il Comitato per la difesa dell’ospedale “Vietri” di Larino, attraverso l’organizzazione di civilissime manifestazioni, incontri pubblici, sensibilizzazione dei cittadini, richieste e proposte per l’apertura di un tavolo tecnico-politico, chiede di ridisegnare il Sistema Sanitario regionale per evitare che i Molisani siano privati dei livelli essenziali di assistenza.

La politica non ha voluto prendere in alcuna considerazione le proteste che si sono levate da quei territori e da quei cittadini che si vedono negare servizi essenziali, fonte primaria di attrattività. Il presidente/commissario ad acta Michele Iorio e tutta la sua “corte” (nella quale ha finito per entrare anche la sub-commissario Isabella Mastrobuono), incalzati dal Governo nazionale a ripianare il disavanzo conseguente ad anni di gestione dissennata delle risorse pubbliche, hanno preferito continuare a perseguire un progetto perverso fatto solo di tagli senza tener conto di ciò che del sistema funzionava e dove.

Stanno chiudendo i tre ospedali pubblici di Agnone, Larino e Venafro; stanno operando tagli scriteriati di posti letto e personale medico anche nelle altre strutture pubbliche
; non hanno provveduto alla realizzazione di una rete alternativa dei servizi provocando una ancora più inarrestabile emorragia della mobilità passiva; continuano ad affidare responsabilità di vertice a persone incompetenti con il solito sistema delle clientele politiche; hanno creato un clima talmente caotico nel quale vige l’assoluta anarchia favorendo l’arricchimento di molti furbi che continuano ad alimentare il fiume degli sprechi.

Sebbene i comitati civici abbiano denunciato con forza questa situazione disastrosa restano vergognosamente immobili i Sindaci e le Amministrazioni delle tre città, Agnone, Larino e Venafro sedi degli ospedali, nonché quelli dei centri limitrofi, facenti capo ai tre nosocomi, i quali avrebbero dovuto essere in prima linea sul fronte della protesta ed invece hanno dato miseramente prova di una totale sudditanza a “padron” Iorio infischiandosi altamente che i cittadini da loro rappresentati vengono privati di diritti e servizi fondamentali. Fortunati gli abitanti dei paesi della Valle dell’Aniene e di Subiaco che possono contare su Sindaci con gli “attributi”! Al solo sospetto che il loro ospedale potesse essere chiuso, lo scorso 27 settembre non hanno esitato ad occupare la sede dell’autostrada A24 indossando la loro fascia tricolore e pretendendo l’immediata marcia indietro della governatrice Polverini. Noi Molisani, al contrario, passiamo per quelli che vogliono l’ospedale sotto casa: lo vadano a dire ai cittadini di S. Elia a Pianisi, Civitacampomarano, Pietracatella, Acquaviva Collecroce, Trivento, Roccavivara, Pescopennataro, Vastogirardi, Cerro al Volturno, Pizzone o Montenero Val Cocchiara se lo hanno mai avuto!

A causa delle “porcate”, che hanno fatto e continuano a fare i nostri amministratori, finiamo anche sulle prime pagine dei quotidiani nazionali: l’ultimo “La Stampa” del 1° novembre scorso racconta di come non c’è comune, impresa, famiglia molisana che non sia stata beneficiata dalla distribuzione a pioggia delle risorse ottenute dalla regione a seguito del terremoto e dell’alluvione. Il signor Marco Alfieri, autore dell’articolo, dimostrando poco rispetto per le famiglie di S. Giuliano di Puglia definendo “terremotino” quello che si è portato via (anche per responsabilità dell’uomo) i loro bambini con la maestra, dovrebbe sapere che invece quelle risorse sono state sottratte proprio a coloro che ne avevano diritto per essere elargite ai “clientes”; ha tralasciato di dire che verrà istituita a Termoli, con la complicità di pezzi di opposizione comprata con posti di sottobosco, anche una sede distaccata del Consiglio Regionale; dovrebbe sapere che l’ostetricia di Larino è stata chiusa circa due anni fa a favore di quella di Termoli, fulcro dell’inchiesta “Black Hole” da lui citata: è cronaca di questi giorni che ad una partoriente recatasi presso detto reparto, in assenza del suo ginecologo curante, sia stata negata ogni forma di assistenza. Questo clima spiega il perché la chiusura di Larino, anziché produrre il risparmio calcolato di 1.250.000,00 €, in un anno è costata il doppio (2.500.000,00 €) al sistema sanitario regionale per via di una sempre più forte mobilità passiva verso strutture extra-regionali.

Riguardo al resto dell’articolo, fatta eccezione per altri dettagli che non ci appassionano, si può dire che rende fedelmente il quadro della situazione e noi Molisani non potremo più far finta di non sapere. Verremo messi presto alla prova dalle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale: stanno già scalpitando per la ricandidatura tutti quelli che hanno determinato il disonore del Molise e se continueremo a votarli, allora il signor Marco Alfieri avrà tutto il diritto di dire che i Molisani sono un popolo di “utili idioti”.

Ci confortano le prime avvisaglie di ribellione al sistema con la denuncia fatta da un disoccupato al quale un consigliere comunale di Larino aveva chiesto la tangente con la promessa di trovargli un posto di lavoro (ed è solamente la punta dell’iceberg). Il Comitato per la difesa dell’Ospedale “Vietri” vuole rimarcare che la solidarietà deve essere espressa, come la esprime, al denunciante e non certo al denunciato perché se la politica ha un dovere è proprio quello di crearli i posti di lavoro o comunque creare condizioni favorevoli affinché se ne creino e siano destinati, oltre che ai più bisognosi, ai più meritevoli. Di sicuro non è ammissibile che se li venda. Se noi cittadini per primi capissimo questo civilissimo principio, saremmo finalmente liberi ed immuni alla politica dei ricatti.

Articolo precedenteLa Lega Sannita concorda con avvocato Di Giandomenico su Lapenna
Articolo successivoErminia Gatti ha accettato sfida del Terzo Polo con Allenza per l’Italia. Oggi spiega i perchè