Noi non vogliamo lo scontro istituzionale, lo abbiamo detto tutti, per questo bisogna raccomandare ancora
una volta di abbassare i toni, ma anche la chiesa – credo di poterlo ripetere perché nella mia storia di cattolico popolare l’ho detto tante volte – anche alcuni uomini di chiesa, perché non c’è dogma su questi argomenti, devono fare un passo indietro di fronte ad alcune decisioni che il Parlamento deve prendere. Io credo che dovremmo puntare, se vogliamo emanare una legge in tempi brevi, alla mediazione e alla sintesi. Abbiamo anche chiesto al Presidente della Commissione la possibilità di formare un comitato ristretto ma ci è stato negato perché si è partiti già con lo scopo di utilizzare questa legge per fini politici, per ottenere vantaggi di ordine politico”.“Credo che una legge di questo genere – continua l’esponente dell’Italia dei Valori -o rispetta tutte le culture e tutte le tendenze, o altrimenti facciamo ritornare l’Italia all’epoca del divorzio e dell’aborto. Infatti, io non mi iscrivo tra quelle persone che dicono di essere contro l’aborto e poi praticano l’aborto clandestino, che dicono di essere contro il divorzio per poi scoprire che si sono sposate due o tre volte, contro ogni indirizzo che sostengono e senza alcun rispetto per ciò che reclamano come messaggio cristiano. Ritengo che sia importante andare in Commissione e lavorare tutti insieme, certamente affermando il principio che la vita umana è indisponibile e questo vale per tutti, per lo Stato e altri soggetti esterni, ma qui parliamo di fine vita che è un concetto ben diverso. Certamente diciamo no al suicidio e all’eutanasia passiva e attiva, ma qui il nodo è l’alimentazione e l’idratazione.
Credo che sia difficile stabilire quale sia il discrimine tra l’accanimento terapeutico e le cure ed è un lavoro che ci impegnerà molto. Esiste un diritto a morire con dignità, evitando sofferenze inutili”.“Se esistono questi spazi, credo che sia importante e doveroso percorrerli tutti, perché la maggioranza può anche fare una legge in cui vuole mostrare i muscoli, ma credo che la storia di questa Repubblica insegna che su questi temi o si lavora insieme o si sbaglia. Per riassumere, si può partire dal documento dei vescovi tedeschi in cui sono contenuti degli ampissimi spazi per poter approvare una legge che unisca tutte le sensibilità culturali e morali di questo Parlamento.
Mi auguro che qualcuno legga questo documento, contenente un modello di testamento biologico, perché io credo che sia un documento importante e che ci possa guidare. Parlo di un documento ufficiale redatto da vescovi della chiesa cattolica tedesca, che può guidarci all’approvazione di una legge unitaria. Dopo quanto avvenuto – conclude Giuseppe Astore – diamo l’esempio del fatto che questo Parlamento ritrova l’orgoglio e che, unitariamente e in poco tempo, fa la legge sul testamento biologico”.