GUARDIALFIERA _ Ricomposizioni storiche, dipinti, sculture, prodotti multimediali, testi di teatro, musica. Un ventaglio di scelte per le scuole volto a svelare, capire, ammirare il Molise. Una sfida nuova nella raffinazione dei saperi e nella immersione seria ed umile fra gli strati della “piccola, cara patria comune” (F. d’Ovidio). Tornare all’ hono erectus” – per esempio – de la “Pineta” ad Isernia di quattro milioni di anni fa e al suolo del sovraffollato accampamento pentrio. Il Concorso è partito, curato dal Centro Studi, favorito dalla Provincia di Campobasso e dal Comune di Guardialfiera. Tende a motivare i giovani nella esaltazione dell’aspetto, della posizione, delle tradizioni della nostra terra. O seguirne lo sviluppo, radiografare i “suoi” personaggi, ricomporre le leggende più belle. Già dallo scorso anno, talune classi avrebbero voluto indagare sui resti delle mura, sulle torri, i templi, gli anfiteatri; scovare l’archeologia, esaltare i monumenti, sprigionare le succulenze della nostra gastronomia. Ora potranno farlo.
Possono mettere in vetrina anche l’acrobazia dei villaggi appesi sui groppi delle nostre colline nell’ ”arcipelago di isole incantate” e collocarle come su uno schermo appeso all’infinito. Essi ci sapranno descrivere il nuovo diadema di case, colme ancora di atti, di pensieri, di emozioni antiche. La divulgazione del “Progetto” coincide altresì con la pubblicazione da parte dell’Editore “Guida” di Napoli, del volumetto curato da Francesco D’Episcopo, agile, raffinato, economico: “Molise” , contenente affreschi di Francesco Jovine, Lyna Pietravalle, Giose Rimanelli. Sarà premura del Centro Studi di Guardialfiera, assicurare il testo alle Scuole che, entro il 4 dicembre, avranno aderito al Progetto. A Jovine, dunque, in questo trapasso generazionale del Concorso, si affiancano altre due nostre voci alte del novecento letterario italiano. Quelle che nel secolo scorso hanno ascoltato la rapsodia di “quel popolo”, in “quel tempo”, temprato dalla serenità, dagli stenti e dalla fierezza, che inizia da lontananze remote, per trasmigrare col vigore di un’aorta calibrata, nella circolazione e nella vita molisana rinnovata, ancor più ripiena di motivazioni, di scelte e entusiasmi nuovi.
Vincenzo Di Sabato