MusacchioVincenzoTERMOLI – Premetto, a scanso di equivoci, che le mie riflessioni sono solo di natura giuridica e sociale e ben lontane dalle analisi degli esperti del settore. La prima discrasia che noto in questa complessa e delicata questione è un dato di fatto inconfutabile: le scelte politiche regionali e le modalità di programmazione e organizzazione della sanità molisana stanno mettendo in discussione il diritto costituzionale alla tutela della salute.

 
Il riconoscimento del diritto alla salute quale “valore costituzionale primario” sancisce l’impegno della Repubblica a tutelare la salute e a garantire cure gratuite agli indigenti. Valori che si esprimono, anche per effetto del raccordo con gli artt. 2 e 3 Cost., nell’affermazione del diritto alla salute come “diritto soggettivo” protetto contro ogni aggressione ad opera di terzi nonché come ” diritto sociale” la cui pratica attuazione è essenziale per la realizzazione di quel principio di libertà-dignità che connota e conforma l’intelaiatura della nostra Carta Costituzionale.

Se si va ad incidere su questi principi fondamentali si determinano inaccettabili diseguaglianze, si danneggia la salute delle persone e si rischia di comprometterne la dignità e la capacità di realizzare le proprie ambizioni. Il problema centrale da affrontare e risolvere in questo contesto, è la persistente crisi economica e la limitatezza delle risorse. Il mero riconoscimento di diritti che non tenga conto delle concrete possibilità di realizzazione degli stessi, può essere enunciazione vana o, peggio, retorica.

Sono fermamente convinto che è proprio nei tempi di crisi e di ristrettezze economiche e umane che la necessità di ribadire e rafforzare questi diritti si rende più stringente. Dunque, nell’incidere sulle riforme in materia di sanità e salute pubblica è indispensabile far prevalere le ragioni e i principi di solidarietà su quelle dell’economia. Indebolire la sanità pubblica fornisce un alibi per smantellarla e spianare la strada alla privatizzazione aumentando di fatto le diseguaglianze sociali. Nel riordino della sanità molisana un principio è ineludibile: non penalizzare i più deboli e le aree più svantaggiate. Io la penso così: mai far prevalere la logica dei numeri su quella dei problemi e delle necessità dei cittadini allontanando e accentrando in modo illogico le sedi decisionali. Intelligenti pauca!

Vincenzo Musacchio

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