CAMPOBASSO – “Al pari del rettore dell’Università degli studi del Molise, anche noi siamo qui nell’attesa che dalle buone intenzioni si passi alla concretezza, che per il nostro ateneo significa crescita e capacità di cercare e drenare progettualità, quindi fondi, extraregionali, nazionali ed europei, capacità di creare opportunità e ricchezza per i nostri giovani. Capacità, queste, di cui non abbiamo grandi prove, al momento. Il grido d’allarme lanciato da Gianmaria Palmieri a fronte dei rischi per la sopravvivenza del nostro Ateneo, la cui importanza non sfugge a nessuno qui, sebbene condivisibile nella sostanza, non è condivisibile nell’impianto.
Inaccettabile, poi, nella parte in cui rimprovera alla Regione di non tenere fede agli impegni. Il rettore recrimina alla Regione di sbandierare rassicuranti garanzie liquidando i problemi sul tavolo con la soluzione già in tasca domani, domani, domani?, senza poi nulla di fatto. Il rettore sa che non è così. Sa, perché ne è stato testimone e protagonista, qual è il modo di procedere della nostra amministrazione: quantificare le risorse e rispettare i tempi. Non facciamo promesse sapendo di non poterle onorare. Un’Università qualificata, dunque non a rischio sopravvivenza, è un’Università in grado di procedere con le proprie forze, in virtù dell’autonomia di funzionamento, che non sia rivendicata solo all’occorrenza.
Un’Università qualificata è un’Università in grado di mettere in campo idee e progetti di assoluta qualità, con l’attenzione necessaria, da sempre da noi invocata, al territorio e non un’Università che attende sempre e solo il ristoro della Regione. Siamo bravi tutti ad amministrare chiedendo come atto finale l’intervento risolutivo da parte di terzi. Sono logiche inapplicabili, per fortuna di tutti. A fronte di questo, il rettore ancora sa bene quali sono i ruoli e i compiti dell’amministrazione regionale e quali quelli dell’Università, come si preserva l’autonomia dell?una e quella dell’altra, come si difende la sopravvivenza della prima e della seconda. Sa cosa spetta a lui e cosa spetta a noi, conosce i suoi doveri come conosce i nostri. L’indipendenza va corroborata con prove e atti che la rendano inattaccabile. Il lavoro che, entrambi, abbiamo davanti può essere condiviso o parallelo, dipende dalla volontà e dall’impegno di ciascuno. Gli ultimatum, anche quelli garbati, non portano a nulla. I problemi da fronteggiare e risolvere, per dare al Molise e ai giovani molisani le opportunità che meritano, non si concentrano nelle sedi e nelle facoltà da tenere in vita, nonostante la scarsa attrattività delle stesse o l?inesistente rispondenza alle richieste del mercato del lavoro.
I problemi e la sfida stanno nella costruzione delle opportunità. Anche noi ci aspettiamo un cambiamento riconoscibile, evidente, premiante per il Molise prima ancora che per il resto. La Regione ha l’obbligo di operare e dimostrare di poter rimanere Regione, può farlo solo preservando le risorse a sua disposizione per investimenti a esclusivo beneficio dei cittadini e del tessuto produttivo del nostro Molise. Altrettanto tocca all?Ateneo, che noi vogliamo difendere da ogni minaccia nella consapevolezza, però, che spetta a tutti mettere in campo capacità, qualità e rigore. Con un approccio costruttivo. Esempi di enti capaci di dare sostanza alla loro autonomia funzionale non mancano in questa Regione, basta emularne il buon funzionamento e le buone pratiche. Questo deve essere lo spirito comune, condiviso e costruttivo che dovrà vederci uniti, Università e Regione, nell’appuntamento del prossimo 4 giugno con il ministro Giannini. E questo ci auguriamo sarà”. Così il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, sull?allarme lanciato dal rettore dell’Università degli studi del Molise, Gianmaria Palmieri, circa il rischio di sopravvivenza dell’Ateneo.