Il cavaliere del Carro dei Giovani è deceduto dopo il malore durante la Carrese di Ururi. La famiglia ha autorizzato la donazione degli organi.

URURI – È morto Vincenzo Campofredano, il cavaliere 60enne del Carro dei Giovani, colpito da un malore durante la Carrese di Ururi del 3 maggio. Dopo la caduta da cavallo, era stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Timoteo di Termoli e affidato alle cure del centro di rianimazione. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Oggi, 6 maggio, i medici hanno dichiarato la morte cerebrale. In un momento di grande dolore, la famiglia ha scelto di compiere un gesto di straordinaria generosità: la donazione degli organi.
Campofredano, volto noto e amato nel mondo delle Carresi, era considerato un simbolo di passione e dedizione. La sua ultima corsa, quella del 3 maggio, resterà impressa nella memoria della comunità come un momento di profonda commozione.
Tra i tanti messaggi di cordoglio, particolarmente toccante è il ricordo di Pasquale Di Bello, che ha voluto condividere un pensiero personale sui social. Di Bello ha raccontato di aver conosciuto Vincenzo nel 2019, l’anno in cui le Carresi ripresero vita dopo lo stop del 2018 imposto dalle forze dell’ordine. “Pareva la fine – scrive – e invece ci siamo rialzati. Vincenzo è stato sempre presente, parte di quella stagione di riscatto.”
Nel suo ricordo, Di Bello rievoca il giorno della Carrese di Ururi del 2019, quando percorse a piedi tutta la strada fino alla partenza proprio accanto a Campofredano. “Vincè, gli dissi, ma come fa a correre questo bue tutto pelle e ossa?” La risposta fu semplice e piena di orgoglio: “Questo bue è un campione che ha vinto mille battaglie.” Quel bue si chiamava Mourito, e secondo Di Bello “non sembrava nemmeno un bue, sembrava uno gnu, tutto pelle e ossa ma con muscoli d’acciaio.”
L’ultima volta che si sono visti è stata il 30 aprile scorso, alla Carrese di San Martino. Vincenzo era al cambio con altri compagni del Carro dei Giovani. “Gli ho gridato: ‘Viva Mourito!’ Lui, e tutti gli altri, si sono messi a ridere. Ci siamo salutati.”
Poi, la tragedia. “Adesso Vincenzo se n’è andato – conclude Di Bello – verrebbe da dire: ‘morto sul campo’. La vita ha iniziato a lasciarlo il 3 maggio, giorno della Carrese di Ururi, durante quella che resterà la sua ultima corsa. A Dio, Vincenzo. E viva Mourito. Dove stai ora, la Corsa non finisce mai.”