
Se capiti un giorno di venire
a conoscere la mia terra,
dalla forma strana,
circondata da montagne e da mari,
quasi a proteggere le poche pianure
le centinaia di migliaia di colline,
lasciati guidare dai filari di viti,
sia quando si accompagnano
a folti boschi, a noccioli o a campi seminati,
o, per tanta parte, al frondoso olivo,
che mette a disposizione
della tua arsura e della tua sosta
le sue ombre argentate,
trapuntate di sole e di luna .
Prendi uno dei filari e lasciati andare,
scenderai dai monti,
attraverserai fiumi e fiancheggerai laghi,
conoscerai i mari del Mediterraneo,
e, poi, castelli, torri,
piazze ricche di giostre e di palazzi,
minuti borghi
che sanno raccontare storie lontane e città,
antichi teatri e spesse mura.
Vedrai lune e soli,
ascolterai note e voci di dolci canti
e sentirai, via via che avanzi, sfilare
profumi unici lungo i tratturi,
come minute trame della tovaglia
di un tavolo apparecchiato di fumanti piatti,
prosciutti, formaggi, salumi, olio, vino,
balsamico aceto,
insalate e verdure di minuti orti,
mele, fichi, mandorle, pistacchi, mirto,
arance, limoni, bergamotti.
Fermati a parlare,
non importa quale lingua,
ti capiranno e ti risponderanno,
guardandoti negli occhi
agitando le mani.
Vieni, non ci pensare.
Basta una volta per tornare.
Larino, 15.07.10
Pasquale Di Lena