
Porfido, nell’incontro pubblico, è stato accompagnato dal penalista Antonio De Michele, suo difensore, maestro professionale ed amico.
“La Procura di Campobasso in 6 mesi di indagini non è venuta a capo della vicenda ed ha chiesto al Gip di essere autorizzata a prorogare i termini delle indagini prelimiari. A noi ci fa piacere perchè c’è la chiara intenzione ad approfondire tematiche sulle quali dopo 6 mesi ancora si chiariscono _ ha commentato il penalista De Michele _. Agli indagati non è stata notificata alcuna informazione di garanzia. Nella fattispecie i contenuti delle accuse non ci sono, c’è solo il richiamo secco ad alcuni alcuni articoli o del codice civile o del codice penale. Nel caso del Presidente Porfido, il richiamato è ad un articolo di codice civile che prevede un richiamo penale. La Procura sta indagando, non ancora arriva alla conclusione delle indagini, non ancora notifica alcuna informazione di garanzia, quindi, siamo in uno stato iniziale ma che potrebbe anche essere uno stato finale delle indagini. Non credo che da un punto di vista indiziario si possa dire altro. Possiamo solo dire che abbiamo fiducia nella magistratura e questa fiducia credo che ci ripagherà”.
Nello scorso mese di marzo il sostituto procuratore Papa ha chiesto una proroga di indagini sull’azienda che vede, fino a questo momento, interessate undici persone: il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, l’assessore regionale alla Programmazione e Bilancio, Gianfranco Vitagliano, il presidente Domenico Porfido, l’ex amministratore delegato Luigi Tesi, il Cda in carica fino al 2009 e il collegio sindacale precedente. A loro carico, fino a questo momento, non c’e’ alcun capo di imputazione formulato ma solo riferimenti ad articoli normativi sui quali si sta indagando quali l’abuso d’ufficio e l’aggiotaggio.
Il Presidente dello Zuccherificio, dal canto suo, ha ripercorso alcuni episodi che, a suo avviso, potrebbero essere oggetto di indagini ma si tratta di convincimenti personali dovuti all’unico appunto mosso al loro operato da parte della Guardia di Finanza che ha effettuato dal 2006 ad oggi continui accertamenti.
Sull’azienda di Termoli oltre ai 16 esposti in Procura del consigliere Massimo Romano c’e’ anche quello del nuovo socio privato dell’impianto. Secondo Porfido, i neo proprietari si sarebbero sentiti raggirati dall’ex amministratore Luigi Tesi perche’ all’indomani dell’acquisto delle azioni proprio da Tesi avvenuto il 2 dicembre 2009, queste sarebbero svalutate perdendo quasi integralmente il loro valore nominale. ”Tanto e’ vero che nel 2010 – ha spiegato il presidente – si e’ provveduto a ricostituire il capitale sociale ormai azzerato per effetto delle perdite”. Sul caso c’e’ in corso un’azione civile da parte dei neo soci contro l’ex amministratore e non si esclude che possa esserci un esposto di natura penale.
Per quanto riguarda l’indagine, Porfido ha sottolineato di ”non conoscere i fatti che hanno originato gli accertamenti, ma posso provare a formulare una mia ipotesi sulla base dell’unico appunto fatto dalla Guardia di Finanza al nostro operato e riguarda il bilancio 2008 che presentava una particolarita’: una perdita notevole, pari a 34 milioni di euro. Si e’ ritenuto di non poter continuare a mantenere come immobilizzazione immateriale gli importi gia’ pagati a titolo di tassa per la ristrutturazione all’Unione Europea per continuare a produrre zucchero nel 2006 pari a 22 milioni di euro in quanto non si riteneva permanessero le condizioni per la recuperabilita’ della tassa stessa per cui si e’ provveduto, anche dopo aver ascoltato piu’ perizie esterne, ad una rivalutazione del patrimonio aziendale pari a 18 milioni di euro.
Tale pulizia di bilancio operata fu approvata dai soci nel 2009 ed incontro’ il favore degli istituti finanziari che continuarono ad erogare credito all’azienda”. Durante i controlli della Guardia di Finanza, questi hanno ritenuto che quella immobilizzazione potesse essere mantenuta anche se la vicenda era controversa.