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TERMOLI _ “Stanno venendo a galla in maniera clamorosa tutte le magagne contenute nel Piano regionale dei Trasporti che in troppi hanno fatto finta di non vedere in sede concertativa, quando solo la Provincia di Campobasso votò contro, e di approvazione da parte del Consiglio regionale”. Il commento dell’Assessore provinciale Giovanni Norante legato al trasporto pubblico sul territorio provinciale è lapidario.

 “Nel mese di ottobre del 2010 dichiarai alla stampa – continua l’Assessore ai Trasporti di Palazzo Magno – che a seguito dei tagli feroci previsti dai grandi economisti regionali, per i quali pare che vada sempre tutto bene, la situazione si faceva drammatica per tutti: per i tanti lavoratori, studenti, insegnanti, in pratica per tutti i cosiddetti pendolari che quotidianamente usano le autolinee per spostarsi sul territorio, oltre che per le ditte concessionarie del servizio e per i lavoratori del settore minacciati da numerosi licenziamenti. Cosa dire poi di tutte le nostre piccole comunità sparse nei paesini che vedono aggravarsi l’isolamento a causa della soppressione di corse anche in orari strategici per poter effettuare commissioni o visite mediche nei centri maggiori”?

Problemi che sembrano scivolare come acqua sul marmo dalle parti della Giunta regionale, dove si continua a battere la grancassa e a fare proclami sullo stato di benessere della isola felice, e che spingono anche il Presidente D’Ascanio a commentare con amarezza lo stato dell’arte: “Voglio ricordare, se qualcuno lo avesse dimenticato, che il trasporto pubblico su gomma, dopo che le ferrovie molisane sono state letteralmente distrutte, costituisce la spina dorsale dei servizi di mobilità sul territorio. E che infliggergli il trattamento che sta gli usando la Regione, vuol dire impoverire la rete relazionale, economica e sociale dell’intero Molise. Su questo – continua D’Ascanio – credo di essere facile profeta nell’affermare che il complesso delle ricadute negative legate a questo Piano sciagurato ancora devono manifestarsi appieno. Da ultimo mi corre inoltre l’obbligo di ripetere ancora, come ho già fatto molte altre volte, che questi sono i primi frutti avvelenati del mancato rispetto del dettato di precise norme (Legge regionale n. 19 del 24.03.2000) che stabiliscono che il trasporto locale ricade sotto l’egida delle Province e che tale previsione, in ossequio alla Legge 422/97, riconosce proprio alle Province la predisposizione dei piani di bacino. Naturalmente alla Regione è riservata l’attività di programmazione e la quantificazione dei contributi da assegnare loro per il migliore esercizio dei servizi. Un modo di agire ordinato e coerente – conclude il Presidente della Provincia – che avrebbe da anni contribuito ad ovviare alle distorsioni accumulatesi in un settore strategico che ora rischia di implodere”.

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