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ISERNIA _ Si stenta a credere che a distanza di una settimana dal 7 agosto, data in cui il Decreto Legge n.95 sul riordino delle province è stato approvato in via definitiva in Parlamento, il Presidente della Giunta Provinciale di ISERNIA, Luigi MAZZUTO, incurante del buonsenso, e indebolendo ogni residuo margine di credibilità politica nella difesa dell’Ente, nomina un nuovo Assessore e vara un rimpasto balneare. Al cospetto di una drammatica crisi economica che falcidia le imprese, distrugge posti di lavoro e spinge i ceti medi al di sotto delle soglie di povertà, nel mentre la Germania scherza con i 2 mila miliardi di debito pubblico italiano, rinviando a data da destinarsi la pronuncia della Corte Costituzionale sugli accordi in difesa dell’euro, ci sarebbe bisogno di una classe politica responsabile, propositiva e attenta, che evitasse di offrire ulteriori esempi negativi alle frange antisistema, populiste e demagogiche, assolutamente dannose per qualsiasi possibilità di ripresa sociale ed economica del nostro paese.

In Italia si apra un confronto sulla semplificazione amministrativa, si riducano le regioni, si ripristini il controllo amministrativo preliminare sulle Delibere di Giunta e sulle Determine Dirigenziali, si superino le sovrastrutture burocratiche, orientando il flusso della spesa pubblica sulla creazione di lavoro e sulla tenuta dello stato sociale, della scuola e della sanità. In Molise si discuta con serietà su un riordino delle autonomie locali superando in via definitiva le comunità montane e organizzando il territorio in 15 Unioni dei Comuni che assicurino per macro-aree le funzioni associate dei servizi. Si sciolgano consorzi inutili, società costituite ad hoc per gestioni parapubbliche e si discuta col Governo Monti per tenere in vita i presidi delle Forze dell’Ordine stante il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio. L’unica cosa del tutto inutile per i cittadini della provincia di Isernia e per il Molise è una Giunta Balneare che ci espone alle battute di spirito nazionali, e non ci aiuta nel difficile confronto col Consiglio dei Ministri a tutela dell’economia reale, del Contratto di Sviluppo per il Tessile, per il finanziamento del Museo Paleolitico e per non tagliare drasticamente i servizi ai cittadini, gli uffici postali, le scuole e gli ospedali.

Michele Petraroia

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