
Il ministro Scajola, forse chiamato a sostituire il capo del governo all’ultimo momento, ha supplito con un intervento tanto rituale, quanto propagandistico. Ha tentato di rassicurare una platea praticamente distratta con qualche affermazione ottimistica e con annunci di finanziamenti che come al solito cambiano di entità e di destinazione a seconda delle circostanze. Alla conclusione dei lavori, l’insoddisfazione della sala è stata corale al punto da confondersi con gli schieramenti politici, apparsi tali solo in qualche applauso di cortesia precedente agli interventi dei relatori. La mia delusione è stata oltremodo accentuata da una punta di personale preoccupazione che non sono riuscito a trattenere dopo aver constatato che il ministro Scajola, pur dentro un discorso propagandistico e quindi sostanzialmente velleitario, non sia riuscito a citare il Molise non solo come destinatario di impegni di governo , ma neanche come entità istituzionale come invece ha fatto con le altre realtà. Il Molise, dunque, nei programmi del Governo Berlusconi non c’è, non esiste. Non una parola.
Non una citazione. Nemmeno per reiterare impegni precedenti. Siamo già stati cancellati dalla carta geografico-istituzionale? Il Molise sta vivendo una condizione difficile e drammatica sul piano sociale ed economico. Oltre a questo status particolare, c’è da dire che nel giro di un triennio saremo chiamati a due appuntamenti che metteranno alla prova la nostra reale capacità di conservare l’autonomia politico-istituzionale. Parlo dell’ingresso nel nuovo sistema di federalismo fiscale e della successiva uscita dai benefici dei fondi strutturali. Per superare indenni questa prossima scadenza bisogna avere i conti pubblici a posto, un sistema economico efficiente ed una spesa sociale in grado di soddisfare i diritti acquisiti dei cittadini.
Se il Governo centrale lascia nell’abbandono la nostra regione con i suoi atavici ritardi, noi non ce la faremo a superare da soli quella scadenza. E’ una rincorsa sfiancante. Niente assistenza, sia chiaro, ma una sfida di idee e di progetti per rilanciare l’economia nei processi innovativi e nella competizione del sistema Molise. E allora qui alcune domande: Perché On. Scajola, ministro per lo Sviluppo Economico, a Bari:
1) Ha parlato del Ponte sullo Stretto di Messina, della Salerno – Reggio Calabria, della Statale Jonica e non ha parlato della Termoli – San Vittore?
2) Ha parlato delle ferrovie regionali campane e dell’alta velocità Bari – Napoli e non ha parlato delle ferrovie molisane e della Lucera – Campobasso?
3) Ha parlato di infrastrutturazione portuale e di logistica nel Mediterraneo e non ha detto nulla sui collegamenti con i Balcani e sulla situazione del porto di Termoli che non può perdere il collegamento con le Tremiti ed ha bisogno di urgenti lavori sui fondali per ripristinare un regolare traffico navale?
4) Non ci ha detto una volta per tutte che nel Piano di localizzazione delle centrali nucleari il Molise non ci deve stare sia perchè quella scelta è incompatibile col suo modello di sviluppo sia come gesto risarcitorio dopo lo scempio subito per l’eolico selvaggio e per la turbogas?
5) Non ci ha spiegato come l’introduzione delle cosiddette “gabbie salariali” e non una politica mirata di sostegno alle imprese possa ridurre il pesante deficit di lavoro e di occupazione presente nel Molise, che sta vivendo un nuovo esodo di giovani talenti come non succedeva dal primo dopoguerra?
6) Non ci da ancora risposte (come U.P.I.) alla nostra richiesta di scorporare dai vincoli del patto di stabilità gli investimenti per la “sicurezza scolastica” onde evitare che si ripetano tragedie come quelle vissute dalla nostra comunità!
7) Non prende in esame la gestione arcaica e improduttiva del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, incapace di fare innovazione ma attenta solo a riproporre vecchi schemi che finiscono col favorire le carriere dei suoi dirigenti a dispetto delle Comunità che da esso si aspettano un grande impulso all’economia e all’occupazione locali? Signor ministro Scajola, si tratta di domande, non di polemiche, che attendono risposte difficili da ottenere in ambito locale.
L’elenco è corposo anche se incompleto. Infatti, non penso di trascurare le altre questioni aperte e ugualmente spinose come la Sanità e i ticket che si scaricano sui cittadini, la super-Irap che taglieggia le imprese, i Fondi strutturali e i fondi FAS che non trovano la giusta destinazione per migliorare le nostre condizioni infrastrutturali.
E’ possibile aprire una nuova frontiera di crescita e di modernizzazione del nostro Molise solo se si mettono in campo le risorse disponibili e metodi di buon governo. Per conoscere le corrispondenti risposte e avviare un confronto serio e pacato, Le chiedo di aprire un tavolo democratico e di invitare a parteciparvi tutti i portatori di interessi legittimi di una Comunità che non vuole perdere i suoi diritti civili, sociali ed identitari e che, con uno scatto di reni, vuole dimostrare di saper superare anche questa difficile congiuntura per aprire nuovi approdi verso il futuro. Nel frattempo, La saluto cordialmente e La ringrazio per l’attenzione.
Presidente della Provincia di Campobasso